Secondo il New Scientist il fungo radiotrofico chiamato Cladosporium sphaerospermum, potrebbe essere la soluzione per gli astronauti creando uno scudo radioattivo di protezione.

 

Chernobyl: l’esperimento nello Spazio

L’organismo in questione ha poco più di trent’anni, in quanto scoperto alcuni anni dopo la devastante esplosione del reattore nucleare di Chernobyl avvenuta nel 1986. I ricercatori spiegano: così come la fotosintesi delle piante, tali funghi effettuano la radiosintesi, processo in cui ci si serve di pigmenti di melanina per convertire le radiazioni gamma in energia chimica.

Ma come si è arrivati a capire questa nuova utilità del fungo “sanificatore”? I ricercatori hanno posizionato l’organismo su una capsula di Petri inviato a bordo della Iss. Dai dati raccolti per 30 giorni grazie ad un rilevatore di radiazione posto sotto alla capsula, i ricercatori hanno notato che i funghi sono stati capaci di adattarsi alla microgravità e di bloccare parte delle radiazioni in arrivo, diminuendone i livelli di quasi il 2%.

“Uno strato di questo fungo di circa 21 centimetri di spessore potrebbe bloccare l’equivalente dose annuale dell’ambiente di radiazione sulla superficie di Marte“, ha precisato il ricercatore Nils Averesch“Ciò che rende fantastico il fungo è che hai solo bisogno di pochi grammi per iniziare”. Essendo i funghi autorigeneranti, basterà inviarne una piccola quantità in orbita, per riuscire a creare uno scudo biologico contro le radiazioni.
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