Un anno fa il patron fondatore di Facebook aveva proposto cinque regole d’oro per la regolamentazione su violenza, fake news online, portabilità dei dati e tutela delle elezioni che dovevano essere uguali per tutte le aziende.

A circa dieci mesi dalla pubblicazione di quel manifesto e al ritorno dello statunitense da un vertice con la Commissione Europea per la ricerca di norme comuni, Facebook ha diffuso un libro bianco contenente linee guida e proposte sulla regolamentazione online.

Il contenuto del libro

Il documento in questione si intitola Charting a way forward: online content regulation e si focalizza su quelle questioni ritenute di maggiore importanza da Facebook, palesandole in quattro punti principali più uno.

Primo punto: tutelare la libertà di espressione andando però a sedare le forme di odio.

Secondo punto: aumentare il controllo su tutte le piattaforme web.

Terzo punto: stabilire degli obbiettivi delle norme di regolamentazione sul web.

Quarto punto: decidere se affidare o meno ad una legge la valutazione di un contenuto come dannoso o meno.

L’ultimo punto, il quinto, si articola invece in una politica di incentivi da fornire alle aziende, per stimolarle a tutelare la privacy, la sicurezza e la libertà di espressione, andando a modulare la censura in virtù anche dei quattro punti espressi sopra.

Secondo il manifesto di Zuckerberg infatti, le norme per la regolamentazione devono essere interoperabili di stato in stato.

In ultima istanza all’interno del libro si pone attenzione anche sullo sviluppare criteri di proporzionalità e necessità per valutare quali contenuti debbano essere rimossi poichè ritenuti inadatti o violenti.

Il manifesto del CEO di Facebook è arrivato in contemporanea con il suo vertice a Bruxelles con tre commissari europei: Margrethe Vestager, la responsabile di digitale e concorrenza, Vera Jourová, assegnata valori e trasparenza e Thierry Breton,delegato dell’industria.

A seguito del meeting è emerso che se le industrie operanti sul web non inizieranno ad autoregolare i propri contenuti,  l’Unione Europea potrebbe procedere con l’inserimento di norme comuni in tutela dei cittadini, utenti del Web e aziende.

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