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Il grande limite dei viaggi spaziali è la velocità. Si perché nonostante l’evoluzione tecnologica continua, non siamo purtroppo ancora in grado di arrivare a destinazione in un tempo ragionevole. Continuano così gli studi per diminuirlo e ogni giorno saltano fuori nuovi ambiziosi progetti. Alcuni di questi sono impossibili, altri sfidano le leggi della fisica, ma c’è una remota possibilità di approdare un giorno su un’altro pianeta?

Nonostante la proposta dell’EM Drive sia naufragata per evidenti limiti fisici, gli studiosi non si sono persi d’animo. Uno degli ingegneri della NASA starebbe infatti lavorando su un sistema di propulsione privo di carburante, che permetterebbe di viaggiare avvicinandosi moltissimo alla velocità della luce, il motore elicoidale.

Viaggi spaziali: via agli studi su un nuovo tipo di propulsione

La proposta del motore elicoidale arriva da David Burns, ingegnere della NASA al Marshall Space Flight Center. Il sistema permetterebbe ad una qualsiasi astronave di compiere viaggi spaziali senza l’ausilio di alcun carburante. Il primo vantaggio di un propulsore di questo genere è quindi evidente, inoltre offre la possibilità di raggiungere la velocità della luce.

Le idee dello scienziato americano sono presenti nella biblioteca digitale della NASA. Queste sono già state ampiamente dibattute dagli scienziati, che tenteranno di provarne l’impossibilità. Vediamo nel dettaglio il suo “presunto” funzionamento.

Sostanzialmente l’idea di Burns è quella di sfruttare il principio di azione e reazione, andando però ad alterare le masse in gioco. Proprio questo è infatti il trucco e potrebbe effettivamente funzionare. L’ingegnere è infatti passato dalla teoria alla pratica, definendo anche le dimensioni dell’acceleratore di particelle da utilizzare.

Questo, dalla lunghezza di 200 metri e dal diametro di 12, dovrebbe essere in grado di accelerare le particelle in un determinato verso. Ne consegue che queste vadano rallentate nella direzione opposta. La forma dovrebbe essere elicoidale e avrebbe bisogno di 165 megawatt per il suo funzionamento.

Si tratta ovviamente di un sistema poco efficiente, in grado di generare poco più di un 1 newton di spinta. Nonostante questo numero sia irrisorio, dobbiamo considerare una situazione in cui c’è assenza di gravità. Questo porterebbe ad una accelerazione continua in grado di far raggiungere all’oggetto la velocità della luce.

 

FONTEfocus
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