Dopo un diffuso allarmismo circa i probabili controlli fiscali sui conti correnti dei principali istituti di credito, l’allarme sembrerebbe rientrato. Il terribile redditometro non ci preoccuperà più visto che fortunatamente o sfortunatamente è stato congelato. Non potrà infatti analizzare le dichiarazioni dei redditi successive al 2016.
Buone notizie quindi per gli evasori fiscali che da oggi potranno continuare a delinquere senza il rischio di conseguenze. Nessun controllo verrà quindi operato a tutti coloro che mostreranno un incongruenza tra la dichiarazione dei redditi e il tenore di vita. Finisce così sul nascere quindi l’iniziale ondata di virtuosismo del nostro paese. Al momento non sono ancora note le tempistiche del provvedimento che potrebbe anche essere definitivo.
Controlli fiscali: perché aumenterà l’evasione
Il Decreto Dignità blocca quindi il redditometro, nonostante i tentativi dell’Agenzia delle Entrate di sbloccare la situazione. Quest’ultima ha infatti provato a cambiare le cose lo scorso agosto, con scarsi risultati. L’algoritmo rimarrà quindi attivo solo per le dichiarazioni antecedenti l’anno 2016.
Tutte quelle successive non rischiano quindi alcun tipo di controllo e anche se venisse operato sarebbe impugnabile. Una verifica di questo genere sarebbe infatti illegale e privo di qualsiasi valenza in un aula di tribunale. Il redditometro non verrà quindi sbloccato, almeno per il momento.
Per chi di voi non avesse seguito i nostri approfondimenti, il temibile algoritmo aveva il compito di esaminare le spese dei contribuenti. In particolare valutare la differenza tra tenore di vita e dichiarazione dei redditi di un nucleo familiare. Il controllo parte immediatamente al superamento del 20% o più oltre il quale vengono richieste quindi prove documentali.