Tra le incognite che provengono dallo spazio, una sicuramente molto rilevante riguarda il passaggio di alcuni asteroidi a distanza ravvicinata rispetto al nostro pianeta. Complici tanta letteratura e filmografia fantascientifica, questa possibilità remota appare costituire quasi una minaccia palpabile – molto più, sarebbe da dire, di minacce reali ma scarsamente considerate come il riscaldamento globale e la deforestazione del pianeta.

A sostegno di quanto appena affermato, negli ultimi mesi sembra essersi diffuso il panico sul web a seguito di una notizia rimbalzata sulle testate più svariate. Il 23 settembre 2019, infatti, vicino al nostro pianeta transiterà un asteroide di medie dimensioni, e gli utenti sembrano temere un possibile impatto con la Terra.

Molti non sanno, però, che questo evento non è assolutamente una novità per gli scienziati, e che il suo arrivo era stato previsto da molto più tempo.

QV89: perché l’asteroide non deve far paura

Il timore che serpeggia nel pubblico in questi mesi non è assolutamente giustificato dalla realtà dei fatti. La NASA tiene sotto osservazione questo asteroide da oltre 13 anni – il suo nome completo è infatti 2006 QV89 – e conosceva perfettamente la sua orbita da ben prima che la notizia assumesse rilevanza in procinto del suo passaggio.

Ma il motivo per cui non c’è da allarmarsi è soprattutto un altro: QV89 passerà a oltre 6 milioni di km dalla Terra nel suo punto più vicino, quindi abbastanza distante per impensierirci seriamente. La probabilità d’impatto si configura quindi dello 0,014%, decisamente esigua per ritenerlo realmente una minaccia.

Si alza invece la probabilità d’impatto se si inizia a parlare dell’asteroide Apophis, ma al momento non risulta essere imminente come problematica: si stima che il suo passaggio avverrà nel 2036.

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