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Dopo le ingenti perdite economiche causate dal fermo del Boeing 737 Max c’era da aspettarsi qualche conseguenza legale. La prima viene dalla Russia, dove la Avia Capital Services ha intentato causa alla società americana. Lo scopo è quello di risolvere il contratto di acquisto di 35 aeromobili.

Stando a quanto emerso dai documenti ufficiali presentati per il processo, la società di leasing russa avrebbe incolpato il colosso Boeing di evidente negligenza. Questa riguarderebbe ovviamente la produzione di un modello difettoso. Successivamente poi la società americana è stata accusata di aver intenzionalmente nascosto informazioni di importanza critica.

Boeing: i capi di accusa presentati nella prima causa per il fermo di 737 Max

La società russa aveva ordinato qualche mese fa 35 nuovi aeromobili da Boeing, trovandosi però impossibilitata ad usarli. I due incidenti in Etiopia ed Indonesia hanno infatti comportato un fermo del 737 Max a livello internazionale, costato alla Avia Capital Services 75 milioni di mancati profitti. Proprio questa è infatti la richiesta avanzata dalla società, unitamente ai 35 milioni di dollari di anticipo per l’ordine effettuato.

L’azienda americana ha provato a trattare offrendo un compenso economico inferiore, ritenuto tuttavia insufficiente. Avia sarebbe solo la prima di una lunga serie di cause ai danni dal produttore americano che dovrebbero partire a breve. Una brutta situazione quindi per Boeing, impegnata da tempo per trovare una soluzione per i risarcimenti alle famiglie delle vittime dei due incidenti.

Proprio a causa dei 346 morti sui voli Lion Air e Ethiopian Airlines la società ha messo a bilancio circa 4,9 miliardi di dollari in più nel secondo trimestre del 2019. Non ci resta che attendere nuovi sviluppi e capire la prossima causa legale da quale compagnia arriverà. Questa ulteriore spada di Damocle per l’azienda americana aumenta ancora il terreno che Airbus sta guadagnando nei suoi confronti.

FONTErepubblica
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