Mytutela è una nuova app concepita per combattere il fenomeno stalking e bullismo. Si tratta di una soluzione pensata allo scopo di realizzare una copia legalmente valida di maltrattamento derivante da messaggi inequivocabilmente provocatori inoltrati mezzo mail, Whatsapp e tramite foto. Scopriamo come funziona.
Nasce l’app contro stalker seriali e cyber-bulli
Con MyTutela potremo veramente tutelarci contro i maniaci che osteggiano la nostra tranquillità ed il nostro quieto vivere con messaggi ed immagini inopportuni.
Non si tratta certo di una misura concepita come quella nel contesto dei braccialetti Fastweb, ma altrettanto efficace per portare alla luce dei tribunali e delle procure delle prove schiaccianti. Concepita da un ingegnere elettronico, da un tecnico informatico e da un’esperta di social network, la nuova app contrasta bulli e stalker consentendo di raccogliere prove di crimini contro donne e minorenni.
Il suo funzionamento è decisamente semplice. Si scarica l’applicazione e si inseriscono numero di telefono ed indirizzo email del molestatore. A questo punto, l’app entra in gioco rendendosi completamente indipendente. Opererà il monitoraggio ordinario e straordinario delle attività e dei messaggi raccogliendo il materiale in originale.
Cancellare i dati dagli smartphone (sia della vittima, sia dell’aguzzino) avrà valore nullo, in quanto l’app memorizzerà tutto avvisando anche l’utente di messaggi ripetitivi e con esplicite minacce. Qui si indicheranno anche le azioni che possono perseguire il soggetto e quindi i reati per i quali si può sporgere denuncia formale.
L’app arriverà in estate per Android ed entro l’anno anche su iOS. In merito si è espresso l’ideatore del progetto, Marco Calonzi di concerto alla collaboratrice Susanna Testi, che in proposito hanno riferito che:
“L’idea ci è venuta in mente dopo dieci anni di consulenza in questo campo. Abbiamo pensato che fosse un sistema decisamente utile per effettuare l’archiviazione sicura dei dati. Tra l’altro, ci è sembrato un modo utile non solo per aiutare chi istruisce un processo, ma anche per le vittime, ora portate ad una maggior coscienziosità di ciò che sta accadendo”
Si spera, tra l’altro, che l’app sia da monito a tutte quelle vittime che, ad oggi, non hanno avuto il coraggio di denunciare i soprusi. La stima dei mancati interventi in tal senso sfiore addirittura un dato dell’80%.