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Smartphone e tablet li amiamo e sono effettivamente “Life Companion” come ha, opportunamente, definito Samsung i propri device.

È anche vero, però, che ci sono molti detrattori di questi strumenti “infernali” come vengono a volte definiti da persone che non li comprendono, o non li vogliono comprendere, e da chi li ritiene essere motivo di isolamento sociale.

Bisogna dire che probabilmente in parte è anche vero, ma come tutte le cose dipende molto dall’uso che se fa. Bisogna, però, anche dire che ci sono volte in cui tali strumenti “infernali” si rivelano anche ottimi, se non eccellenti, strumenti di aiuto per chi ha delle difficoltà, di qualunque genere esse siano.

È il caso degli e-book e dei dislessici. Senza entrare nel merito di cosa sia la dislessia, non abbiamo né le competenze e nemmeno è questo il luogo per discutere di tali problematiche, diciamo solo che è un problema legato alla capacità di apprendimento. I soggetti che ne sono colpiti hanno difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce.

Da una ricerca condotta da Matthew Schneps del Science Education Center di Boston su un campione di 100 studenti dislessici è risultato che gli e-book e tutti gli strumenti elettronici su cui è possibile caricare i propri libri, smartphone e tablet, consentono ad un dislessico di fare meno fatica nella lettura e comprensione del testo letto. Da tali studi sembra che il motivo sia riconducibile al fatto che nei libri elettronici la riga è più corta, quindi ci sono meno parole per riga.

Non male per degli strumenti “infernali”, non credete?

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