La NASA non cede di un passo, nonostante le difficoltà, nella sua missione Mars Sample Return
La NASA non cede di un passo, nonostante le difficoltà, nella sua missione Mars Sample Return

La NASA sta affrontando difficoltà significative nella sua ambiziosa missione Mars Sample Return, progettata per riportare sulla Terra campioni di roccia marziana. Questa missione, inizialmente pianificata come un percorso lineare verso il successo, ora si trova a dover affrontare problemi di budget, complessità e tempistica.

 

Riportare indietro i campioni marziani ha i suoi costi

I costi sono il primo ostacolo. Con una stima di circa 11 miliardi di dollari, il progetto è diventato finanziariamente impegnativo. La NASA deve quindi rivedere il suo approccio per trovare soluzioni più economiche ma altrettanto efficaci. Tagliare i costi senza compromettere la qualità della missione è una delle sfide principali. Inoltre, i problemi di tempistica stanno complicando ulteriormente il quadro. Inizialmente, si pensava di partire nel 2028 e tornare con i campioni nel 2032, ma questo obiettivo sembra ora difficile da raggiungere.

Durante l’annuale Humans to Mars Summit, Jim Green, ex capo scienziato della NASA, ha presentato una nuova visione sviluppata da Boeing. Questa proposta punta sull’uso dello Space Launch System (SLS), un potente razzo della NASA, per trasportare tutta l’attrezzatura necessaria per la missione. Il SLS ha già dimostrato le sue capacità durante la missione lunare Artemis I alla fine del 2022, e Boeing, come uno dei principali appaltatori del SLS, crede che questo razzo possa gestire il trasporto di più veicoli spaziali necessari per il ritorno dei campioni marziani.

Il piano originale della NASA era piuttosto complesso. Prevedeva l’invio di tre mezzi distinti: un rover, un lander e un veicolo di risalita chiamato Mars Ascent Vehicle (MAV), oltre a droni derivati dall’esperienza di Ingenuity. La proposta di Boeing semplifica questo processo. Include un rover di recupero per raccogliere i campioni lasciati dal rover Perseverance. Un MAV a due stadi, dotato di un contenitore per i campioni e di un sistema di incapsulamento, raggiungerebbe poi l’orbita marziana e, successivamente, tornerebbe sulla Terra. Questo eliminerebbe la necessità di un rendezvous e di un attracco in orbita marziana con un veicolo di trasferimento, come previsto nel concept originale della NASA.

 

La NASA non si arrende, valuta idee e proposte

Ma anche l’uso del gigantesco SLS comporta costi elevati. Un singolo lancio potrebbe costare almeno 2 miliardi di dollari. A differenza dell’approccio di Boeing, che prevede un MAV più grande, la NASA inizialmente sembrava orientata verso un MAV più piccolo e più economico, in grado di raccogliere un numero inferiore ai 43 tubi di titanio sigillati contenenti i campioni previsti.

La NASA sta accettando proposte fino al 17 maggio e definirà un nuovo percorso per la missione di ritorno dei campioni da Marte (MSR) entro la fine dell’anno. Il progetto MSR rimane una priorità assoluta per la NASA. Come ha affermato l’amministratore dell’agenzia Bill Nelson, l’obiettivo è trovare la soluzione migliore per portare a termine questa missione cruciale. Nonostante le difficoltà, l’entusiasmo per la missione resta alto. Portare campioni marziani sulla Terra potrebbe rappresentare una pietra miliare nell’esplorazione spaziale e rivoluzionare la nostra comprensione del Pianeta Rosso, rivelando segreti preziosi sulla sua storia e sulla possibilità di vita extraterrestre.

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