Cina e Stati Uniti: nuove restrizioni sulla tecnologia USA nel Paese

La tensione tra Cina e Stati Uniti ha raggiunto nuove vette dopo l’ultima mossa intrapresa da Pechino. Il governo cinese ha imposto restrizioni sempre più severe sull’uso di prodotti tecnologici stranieri nei settori governativi e aziendali sottoposti al controllo dello Stato. Tali restrizioni includono il divieto di utilizzare i sistemi operativi Windows e i microprocessori Intel e AMD nei computer e server del governo. In caso di uso attuale, le aziende devono sostituirli con altri nazionali.

La decisione è la palese risposta all’inasprimento delle restrizioni volute dagli Stati Uniti, che hanno recentemente inserito altre società nella loro Entity List con l’accusa di sostenere Huawei nella produzione. Anche il grande investimento del governo USA in Intel, volto a consolidare la produzione locale di chip, ha probabilmente aggravato le tensioni con la Cina.

Le nuove leggi dalla Cina cambieranno il mercato?

Per le nuove leggi, i funzionari statali e le agenzie devono adottare sui PC e sui server  sistemi operativi e processori a loro detta sicuri, limitando le opzioni utilizzabili a quelle cinesi. Tra i papabili vi sono i prodotti Huawei e Phytium, guarda caso entrambe soggette a restrizioni da parte degli Stati Uniti. Un gioco continuo di dare e avere. Anche le imprese statali devono aderire alle regole, adeguandosi entro il 2027.

L’obiettivo principale della Cina è la riduzione delle tecnologie straniere nel Paese a favore delle proprie, per quanto talvolta possano non essere le migliori. Tali restrizioni avranno senza dubbio un impatto sulle aziende statunitensi. Fino ad ora queste hanno visto nella Cina uno dei loro principali mercati per la distribuzione delle proprie tecnologie. Il Financial Times ha mostrato come la Cina abbia rappresentato il 27% delle vendite totali di Intel e il 15% delle vendite totali di AMD soltanto nel 2023, evidenziando come la decisione del governo cinese sia grave. Le possibilità di usare sistemi stranieri sono ora parecchio ridotte e soggette a rigorosi controlli, oltre che a procedure di gestione, questo per cercare di indurre le società nell’abbandonarli e rendere le cose più “semplici”.

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