Google infrange il COPYRIGHT, multa da 250 milioni di euro in Francia

Ritrovarsi improvvisamente a pagare una multa mostruosa per non aver rispettato il copyright sembrerebbe da stupidi eppure è quello che è capitato proprio a Google. Il colosso di dimensioni mondiali proveniente dagli Stati Uniti, si è ritrovato improvvisamente in un problema non di poco conto.

Stando a quanto riportato infatti Google è obbligata a pagare una multa di 250 milioni di euro in Francia per non aver ottemperato agli accordi. Nel 2022 infatti il colosso di Mountain View aderì ai diritti connessi con l’Autorité de la Concurrence.  Tutto ciò fu fatto al fine di garantire una negoziazione più equilibrata tra le agenzie di stampa, gli editori e le piattaforme digitali.

Google multata in Francia: “Ha disatteso l’impegno di cooperazione”

C’erano dei provvedimenti ritenuti urgenti ai quali Google avrebbe dovuto attenersi rispettando dunque la direttiva europea. Tutto ciò non è stato fatto con una prima sanzione che nel 2021 ha visto il colosso pagare 500 milioni di euro di euro essendo in un secondo momento condannato ad adeguarsi alle ingiunzioni. Nel 2022 la Francia ha accettato il periodo di 5 anni proposto da Google per rimettersi in pari, ma a quanto pare l’impegno di cooperazione è stato disatteso ed è per questo che oggi è arrivata una nuova sanzione “monstre”.

Più precisamente c’era un quadro fatto di sette impegni che Google avrebbe dovuto rispettare. Questi sono quelli disattesi:

  • Impegno 1 e 4: condurre delle trattative in buona fede, servendosi di criteri trasparenti ma soprattutto oggettivi e non discriminatori. Il tutto entro tre mesi;
  • Impegno 2: trasmettere a tutti gli editori o in alternativa alle agenzie di stampa le informazioni utili per una valutazione chiara della loro remunerazione in ambito dei diritti connessi;
  • Impegno 6: adottare delle misure utili per le trattative così da non pregiudicare altri rapporti economici pre-esistenti tra Google e tutti gli editori o le agenzie di stampa.

Questa multa riguarda inoltre anche Bard, il modello linguistico ad intelligenza artificiale, che avrebbe usato contenuti di agenzie di stampa ed editori per il suo apprendimento.

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