ritorno centrali per nucleare in Italia

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha dichiarato oggi che il governo italiano non ha preso in considerazione la costruzione di nuove centrali nucleari tradizionali in Italia, citando tempi troppo lunghi per la loro realizzazione. Tuttavia, ha confermato l’interesse e la volontà di esplorare la possibilità di utilizzare mini-reattori noti come Small Modular Reactors (SMR). Questa dichiarazione è giunta durante il suo intervento a un convegno dell’Associazione Italiana Nucleare.

L’attenzione del governo verso gli SMR è parte di una strategia più ampia per riportare l’Italia nel gruppo dei Paesi che utilizzano l’energia nucleare. Questo cambio di rotta è stato avviato dal governo Meloni, che ha inserito tale tipologia energetica nel nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), con l’obiettivo strategico di riavviare la capacità nazionale di generare energia atomica entro il 2050.

La strategia del Governo per l’energia nucleare

Al momento, la strategia prevede finanziamenti per la ricerca nucleare e il rafforzamento della filiera industriale italiana. Il PNIEC destina risorse significative alla ricerca sulla fissione e sulla fusione nucleare, incluso il sostegno finanziario al Double Troop Transport (DTT) dell’ENEA sulla fusione e ai mini-reattori nucleari. Il governo ha anche stanziato il 25% del fondo Mission Innovation proprio per supportare questo progetto.

I ministri hanno reso operativa la “Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile” come un tavolo di coordinamento tra industria e ricerca per guidare gli sforzi del Paese verso il ritorno all’energia nucleare. Il ministro Fratin ha sottolineato che al momento non sono previste né ipotizzate nuove centrali nucleari tradizionali in Italia. La prospettiva di utilizzare gli SMR, però, è dunque vista come una possibilità più realistica nel breve termine. Fratin ha anche affermato che non è realistico imbarcarsi in progetti di costruzione che richiedano 15 anni ed è per questo che l’interesse è caduto sui mini-reattori modulari che potrebbero essere sul mercato tra circa dieci anni.

Le critiche di Legambiente, un’associazione ecologista italiana, non si sono fatte attendere. Il presidente del Cigno Verde Stefano Ciafani ha dichiarato tale sistema di produzione è una tecnologia in via di estinzione e che il costo del kilowattora nucleare è superiore a quello delle energie rinnovabili. La controversia rimane un tema caldo, anzi scottante. Le dichiarazioni di Ciafani vanno a cozzare con l’innovazione scientifica nel campo, “causata” dalle scoperte e dalle progettazioni di molteplici Paesi.

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