Affari da 2,7 miliardi per la banda ultralarga, ma attenzione alla crisi Secondo i dati rilasciati è emerso che la filiera delle imprese di rete, rappresentata da Anie Sit, nel 2022 ha raggiunto un giro d’affari pari a 2,7 miliardi di euro. La cifra in netto aumento rispetto al 2021 (+16%) ha raggiunto i 3 miliardi nei primi sei mesi di questo 2023. Questo aumento è dovuto in parte dal rispetto aumento delle commesse legate ai nuovi cantieri per la banda ultralarga, il cui slancio è avvenuto grazie ai bandi del PNRR.

Lo scenario si presenta come uno dei migliori, ma cela delle ombre. Infatti, dobbiamo considerare che la filiera aveva registrato nel 2021 una crescita del 23,2% quindi si sta marciando con un trend importante di crescita, ma che procede al ribasso. E, secondo quanto emerso dall’evento annuale di Anie Sit, il primo della neo-associazione nata lo scorso giugno dal Gruppo System Integrator Reti di Tlc di Anie, la situazione potrebbe complicarsi ancora di più.

Luigi Piergiovanni, presidente di Anie Sit, ha lanciato un vero e proprio allarme. Secondo le sue ultime dichiarazioni gli oneri finanziari degli investimenti ricadono tutti sulle casse delle imprese e al momento si parla di un rincaro del 300% in più rispetto al 2022. Questa situazione per l’azienda ha portato ad uno squilibrio in perdita nelle casse di circa 3,8 miliardi di euro.

Crisi in vista per la banda ultralarga?

Secondo il presidente bisognerebbe intervenire per creare una corsia preferenziale per smobilizzare i crediti che derivano da contratti pubblici per le reti a banda ultralarga sia con le banche che con le società di factoring. Inoltre, secondo Piergiovanni bisogna impegnarsi al fine di compensare al capitale circolante con ristori per permettere così alle imprese di fronteggiare i rincari subiti. Importanti sono anche le politiche di outplacement del personale. Nello specifico, per riuscire a contrastare l’unione tra inflazione e tassi Bce, Luigi Piergiovanni ha presentato tre proposte:

  • Una maggiore verticalizzazione sul Decreto Flussi, con la relativa assegnazione di numeriche dedicate solo al settore delle Tic, insieme a finanziamenti a fondo perduto per accogliere e formare personale;
  • Un contributo di inserimento professionale forfettario di 10 mila euro, modalità già in uso in altre regioni in forma di una tantum per la durata dei tre mesi di inserimento;
  • Infine, l’uso di incentivi di assunzione “Neet 2023” con la durata di tre anni, per un valore pari al 60% della Ral mensile, importante ai fini del Tfr.

I nuovi investimenti dimostrano la rilevanza a livello nazionale del settore delle telecomunicazioni, ma è importante che anche il governo subentri per fornire un maggiore supporto economico pubblico per accelerare la piena operatività delle imprese. Per raggiungere gli obiettivi legati alla digitalizzazione del Paese è importante che tutti i soggetti coinvolti lavorino insieme per trovare le soluzioni migliori per il raggiungimento di questo importantissimo progetto.

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