Fin dalla sua messa in orbita, il telescopio spaziale James Webb ha osservato sempre oggetti molto lontani dalla nostra galassia, parliamo anche di corpi celesti distanti anche miliardi di anni luce, ciò non toglie che però esso è sfruttabile anche per osservare corpi ben più ravvicinati, anche all’interno del Sistema Solare, cosa che è effettivamente avvenuta con la cometa 238P/Read (conosciuta anche come P/2005 U1) presente all’interno della fascia principale degli asteroidi collocata tra Marte e Giove.

 

Near-Infrared Spectrograph

Per osservare la cometa il telescopio ha sfruttato la NIRSpec, ovvero la spettrografia infrarossa, la quale consente di osservare la composizione molecolare della cometa oltre la coltre di polveri che la caratterizza, lo studio si intitola Spectroscopic identification of water emission from a main-belt comet ed è stato pubblicato in queste ore, grazie al filtro F200W è stata rilevata la presenza di vapore acqueo, lasciando intendere che parte dell’acqua del nostro sistema provenga proprio da quella zona, gli scienziati sono rimasti stupiti poi che la cometa non presentasse tracce di anidride carbonica.

Stefanie Milam (co-autrice dello studio) ha rilasciato una dichiarazione: “il nostro Mondo è inzuppato d’acqua, brulicante di vita e unico nell’Universo per quanto ne sappiamo, è qualcosa di misterioso – non siamo sicuri di come tutta quest’acqua sia arrivata qui. Comprendere la storia della distribuzione dell’acqua nel Sistema Solare ci aiuterà a comprendere altri sistemi planetari e se potrebbero essere sulla buona strada per ospitare un pianeta simile alla Terra”.

L’assenza di CO2 allo stato solido lascia credere che la cometa si sia formata in una zona del Sistema Solare primordiale che era ancora decisamente calda, fattore che ha portato alla sua perdita

Articolo precedentePosteMobile, l’operatore virtuale rigonfia improvvisamente i costi delle sue tariffe
Articolo successivoWhatsapp, lo spaventoso trucco per comunicare senza aggiungere un contatto in rubrica