Samsung, la nota azienda è nei guai a causa di ChatGPT

La fuga accidentale di dati riservati di Samsung da parte dei suoi dipendenti ha sollevato preoccupazioni sulla privacy e sulla sicurezza delle informazioni condivise con ChatGPT. L’episodio è avvenuto quando i dipendenti della divisione semiconduttori hanno utilizzato l’AI per verificare il codice sorgente e ottimizzarlo. The Economist Korea ha riportato tre episodi distinti in cui sono stati rivelati involontariamente dati sensibili a ChatGPT, tra cui la condivisione di codici sorgente confidenziali e la registrazione di una riunione.

Samsung: ecco cosa sta succedendo nelle ultime ore

Questo incidente mette in luce i rischi connessi all’utilizzo di ChatGPT per gestire informazioni riservate, come documenti legali o dati medici, che potrebbero essere utilizzati per migliorare ulteriormente il modello. Gli esperti avvertono che ciò potrebbe violare la conformità al GDPR, motivo per cui l’Italia ha recentemente vietato il chatbot.

Samsung ha così adottato misure immediate limitando la capacità di caricamento su ChatGPT a 1024 byte per persona e indagando sui dipendenti coinvolti nella fuga di informazioni. L’azienda sta anche valutando la possibilità di creare un proprio chatbot AI interno per prevenire futuri incidenti imbarazzanti.

Tuttavia, è improbabile che Samsung riesca a recuperare i dati trapelati, poiché la politica dei dati di ChatGPT prevede l’utilizzo di tali informazioni per addestrare i suoi modelli, a meno che l’utente non richieda esplicitamente di escluderle. La guida all’uso di ChatGPT avverte chiaramente gli utenti di non condividere informazioni sensibili nelle conversazioni.

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