La tecnologia che ci connette è anche quella che ci distrae, ci controlla e ci manipola. Il documentario “The Social Dilemma”, diretto da Jeff Orlowski-Yang e distribuito su Netflix nell’autunno 2020, esamina il mondo dei social media come un mix tra un’inchiesta giornalistica e un horror distopico. Tra fake news, polarizzazione politica e la lotta per massimizzare il tempo trascorso su app e siti web, il documentario rivela il modello di business basato sulla manipolazione degli utenti per vendere la loro attenzione ai circuiti pubblicitari.
Social Media: cosa si prospetta per il futuro?
Tristan Harris, ex dipendente di Google, e Aza Raskin, ex Firefox e co-fondatori del Center for Humane Technology, discutono l’industria dell’attenzione e della modifica del comportamento ed emozioni degli utenti. Raskin è l’inventore dello “scroll infinito”, un meccanismo che carica contenuti in modo asincrono mentre l’utente scorre verso il basso su un sito web. Questo sistema ha contribuito a creare un campo da gioco potenzialmente infinito come la bacheca di Facebook o il feed di Instagram.
Tuttavia, il sistema sta cambiando: la pubblicità non è più in grado di finanziare i creatori di contenuti come in passato, e aziende come Apple stanno adottando misure restrittive sul tracciamento degli utenti. Si sta delineando una nuova era, quella del “pay-to-play”, in cui gli utenti pagano per utilizzare i social media.
Meta ha recentemente lanciato Meta Verified, un programma che, al costo di 12 dollari al mese, offre agli utenti un badge blu su Facebook e Instagram, nonché assistenza da parte di una persona reale. Questo segue il lancio di Twitter Blue, un programma analogo con un costo di 8 dollari al mese. Anche YouTube e Discord hanno introdotto programmi premium.
In passato, gli utenti non pagavano nulla e fungevano sia da utilizzatori che da prodotto. Ora, chi desidera visibilità deve pagare per raggiungere la propria audience. Il confine tra pubblicità e contenuti organici diventa sempre più sfumato, e i social media come Facebook, Twitter, Instagram e TikTok si stanno trasformando in centri commerciali virtuali.
Per gli utenti comuni, non ha senso pagare somme come 24 dollari al mese per una maggiore visibilità. Tuttavia, per i creatori di contenuti, potrebbe valerne la pena: nel 2022, l’industria dell’influencer marketing valeva 16 miliardi di dollari, e con l’enfasi su contenuti video e Reels su Instagram e TikTok, il valore potrebbe aumentare ulteriormente.