È ormai risaputo che le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) si siano diffuse a livello globale, ma un recente studio dell’Università della Florida ha scoperto la loro presenza in una fonte inaspettata: la carta igienica (e non solo).
PFAS: trovate tracce nella carta igienica e non solo
L’indagine, che ha rivelato la presenza di questi “forever chemicals“, è stata avviata grazie all’intuizione di Jake Thompson, ricercatore dell’Università della Florida. Egli ha dapprima confermato che queste sostanze vengono utilizzate nella produzione della carta, dopodiché ha deciso di analizzare la questione in profondità.
A seguito della scoperta, Thompson ha poi deciso di ampliare la portata della sua ricerca. In collaborazione con studenti e colleghi, ha quindi raccolto campioni di carta igienica di vari marchi venduti in tutto il mondo, riscontrando la presenza di PFAS in tutti i prodotti analizzati. Gli scienziati hanno scoperto che anche i rotoli di carta riciclata possono contenere questi inquinanti se prodotti con fibre contaminate.
La ricerca si è poi estesa all’analisi dei fanghi di depurazione, esaminando campioni provenienti da otto diversi impianti di trattamento delle acque reflue in Florida. Anche in questo caso, sono state ritrovate le sostanze chimiche in questione. Secondo Thompson, il dato emerso è allarmante poiché i fanghi delle acque reflue vengono utilizzati per fertilizzare i campi, riportando così gli PFAS nella catena alimentare.
Thompson sottolinea che l’obiettivo non è smettere di utilizzare la carta igienica (ovviamente), ma identificare metodi di produzione sostenibili che limitino o eliminino l’uso di sostanze contaminanti: “Come società, dobbiamo pensare a come possiamo limitare l’uso di questi composti in molti dei nostri prodotti di consumo”.