Nelson ha citato come esempio l’espansione militare della Cina nel Mar Cinese Meridionale e le nuove installazioni militari nell’arcipelago delle isole Spratly, sottolineando che questo potrebbe essere un indizio delle intenzioni cinesi anche per quanto riguarda la Luna.

La Cina ha iniziato a interessarsi alla Luna molto più tardi rispetto ad altre potenze, ma sta facendo rapidi progressi. Nel prossimo decennio, la Cina prevede di lanciare tre missioni nell’ambito del suo programma lunare Chang’e, che include la missione Chang’E-5, durante la quale gli scienziati cinesi hanno scoperto un nuovo minerale, chiamato Changesite-(Y), che potrebbe diventare il combustibile per una futura fusione nucleare. Inoltre, la Cina ha già completato la costruzione della sua stazione spaziale in orbita attorno alla Terra, chiamata Tiangong, e ha condotto tre missioni con equipaggio, con la quarta che è iniziata il 29 novembre.

Nelson ha anche sottolineato che la Cina ha ottenuto enormi successi nel suo programma spaziale negli ultimi dieci anni, il che è uno dei motivi per cui chiede costantemente aggiornamenti sui progressi di SpaceX per la missione Artemis 3. Questa missione, che dovrebbe svolgersi nel 2025, è la prima del programma lunare omonimo della NASA e segnerà il ritorno degli astronauti sulla superficie lunare dopo 53 anni dalla missione Apollo 17 del 1972. Artemis 3 includerà anche la prima donna e la prima persona di pelle nera a calpestare il suolo lunare.

Nelson (NASA): “La Cina potrebbe rivendicare la Luna se vincesse la corsa alla sua superficie”

Nel corso dell’intervista, Nelson ha espresso preoccupazione per la possibilità che la Cina possa dichiarare la Luna come proprio territorio una volta atterrata sulla sua superficie, sottolineando che questo potrebbe avere implicazioni significative per il futuro dell’esplorazione lunare. Ha anche affermato che la competizione per lo spazio sta diventando sempre più intensa e che è importante che gli Stati Uniti rimangano all’avanguardia in questo campo.

La preoccupazione di Nelson per la competizione spaziale con la Cina arriva in un momento in cui il programma spaziale statunitense sta attraversando una fase di transizione. Dopo anni di dipendenza dalla Russia per i voli spaziali con equipaggio, gli Stati Uniti stanno ora lavorando per sviluppare la propria capacità di lanciare astronauti nello spazio, sia attraverso il programma Commercial Crew di NASA che attraverso l’utilizzo di vettori privati come SpaceX.

Tuttavia, nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno ancora bisogno di collaborare con altre agenzie spaziali per condurre missioni di esplorazione lunare e marziana. Ad esempio, la missione Artemis 3 della NASA sarà condotta in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea e il Canada.

Inoltre, ci sono preoccupazioni per il futuro finanziamento del programma spaziale statunitense, con il Congresso che ha recentemente approvato un aumento del budget per il prossimo anno, ma che ha anche sollevato preoccupazioni per il futuro a lungo termine del programma.

Nonostante queste sfide, Nelson ha espresso ottimismo per il futuro del programma spaziale statunitense e ha affermato che l’obiettivo della NASA di tornare sulla Luna entro il 2024 è ancora fattibile. Ha anche sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale nell’esplorazione spaziale e ha espresso la speranza che gli Stati Uniti possano lavorare con altri paesi per esplorare e sfruttare le risorse dello spazio in modo pacifico.

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