Solitamente si parla di monete rare e preziose per via dello stato di conservazione, dell’anno, della tiratura, della provenienza e di chi più ne ha più ne metta. Stavolta però discuteremo di un tema mai affrontato prima, ovvero il libretto postale. Percepito come strumento più facile rispetto ad un conto corrente, può divenire una vera e propria rivelazione.
Libretto postale: ciò che non sai
Alla fine del 19° secolo iniziavano a diffondersi i primi Libretti postali, da quel momento hanno preso sempre più piede fino a divenire una vera e propria forma di risparmio, controllata semi-direttamente dallo stato italiano attraverso la Cassa depositi e Prestiti.
I libretti non sono pignorabili, sono garantiti dallo stato italiano, non presentano costi fissi di gestione o di apertura, e possono essere “messi da parte” in ogni istante. Non hanno una scadenza, ciononostante se non utilizzati per 10 anni vanno incontro a chiusura. La ragione dietro l’inutilizzo generalmente dipende dalla dimenticanza dei titolari e quando questo accade Poste Italiane ne comunica l’imminente chiusura a scopo preventivo già settimane prima, invitando i titolari a recarsi direttamente in un ufficio postale.
Fate attenzione: se questo non avverrà entro il prossimo 21 giugno 2022, tutti i libretti postali ancora in questo stato (vi è un elenco costantemente aggiornato presso questo indirizzo, ordinati in base al numero identificativo dell‘ufficio postale presso cui sono stati aperti) saranno chiusi definitivamente, ed il denaro passerà su un fondo Consap. Dunque, al fine di evitare passaggi superflui, se conosciamo qualcuno che ha dimenticato un vecchio libretto postale, ricordiamoglielo.