crisi chip

La prossima legislazione dell’Unione Europea promuoverà lo sviluppo di microchip mobilitando finanziamenti che si aggirano intorno ai 52 miliardi di dollari proposti nella legislazione statunitense, ha affermato un alto funzionario dell’UE.

Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, ha affermato che lo European Chips Act, che prevede di presentare all’inizio del prossimo mese, rafforzerà la posizione del blocco nell’industria globale dei semiconduttori attraverso finanziamenti e altri supporti per la ricerca e gli investimenti.

Le società e gli istituti dell’UE sono leader nella ricerca sui microchip e nelle macchine specializzate per la produzione di semiconduttori, ma sono in ritardo rispetto alle aziende asiatiche e statunitensi nella produzione e commercializzazione della maggior parte delle categorie di chip. Il nuovo sforzo mira a colmare tale divario e aumentare l’autosufficienza dell’UE nei semiconduttori, che sono vitali in quasi tutti i campi della tecnologia e dell’industria.

La grave carenza di microchip negli ultimi mesi ha bloccato la produzione automobilistica in tutto il mondo e ha limitato la produzione di prodotti, dagli smartphone alle apparecchiature sanitarie.

La spinta del microchip fa parte di una campagna dell’UE volta a rafforzare la resilienza economica e ridurre la dipendenza da altre economie in settori critici e in espansione, tra cui prodotti farmaceutici, batterie ed energie rinnovabili. L’UE oggi produce circa il 10% dei chip mondiali, in calo rispetto al 20% circa degli anni ’90, ha affermato Breton. L’UE mira ad aumentare significativamente la sua quota di mercato.

Non sarà un’impresa facile, sopratutto per l’Europa

Spostare la quota di mercato alle società europee dai giganti dei chip statunitensi e asiatici sarà una sfida. In Europa mancano pesi massimi come Intel o Taiwan Semiconductor Manufacturing, che producono chip per i segmenti più grandi del settore, inclusi data center, smartphone e laptop.

Intel ha dichiarato a settembre che costruirà nuove strutture in Europa per un valore fino a 95 miliardi di dollari. Taiwan Semiconductor ha dichiarato all’inizio di questo mese che sta valutando la fattibilità di un nuovo impianto di fabbricazione in Europa.

Dall’inizio della pandemia di coronavirus, l’UE e i suoi 27 membri hanno approvato oltre 1 trilione di dollari di spesa pubblica per aiutare le economie a riprendersi. Gran parte del denaro è destinato a progetti che aiuteranno il blocco a passare alle fonti di energia rinnovabile e ad espandere l’uso delle tecnologie digitali. Il piano dei microchip, presentato lo scorso marzo, rientra in questi sforzi.

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