caffe cbd

I prodotti realizzati da un marchio di caffè irlandese infusi con CBD sono stati ritirati pochi mesi dopo che l’attività è stata costretta a chiudere dall’Autorità irlandese, il motivo? Secondo le autorita’ questo prodotto minerebbe la sicurezza alimentare.

Alcuni lotti di Kama Hemp Kama Artisan Coffee sono stati ritirati dalla FSAI a causa della presenza di livelli pericolosi di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC).

Una dichiarazione pubblicata online recitava: “I lotti implicati di Kama Hemp Kama Artisan Coffee contengono livelli non sicuri di delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) basati sulla dose di riferimento acuta dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).”

Ai distributori è stato ora chiesto di ritirare dal mercato i lotti interessati e si consiglia ai consumatori di non ingerire il prodotto. Gli avvisi di richiamo nei punti vendita saranno esposti nei negozi in cui sono stati venduti i lotti e sui siti Web se venduti online.

La societa’ non era nuova a questo tipo di avvisi

La stessa attività ha ricevuto un ordine di chiusura nel novembre 2021, con i funzionari che chiedevano che: Tutte le attività dell’impresa alimentare, dei suoi stabilimenti, aziende o altri locali devono essere cessate, nella misura in cui tali attività riguardano l’immissione sul mercato di prodotti alimentari.

I siti Internet ei siti di social media gestiti dall’impresa alimentare vengono soppressi ai fini dell’immissione sul mercato di prodotti alimentari.

Il motivo dell’ordine di chiusura, secondo la FSAI, era perché “mancavano efficaci procedure di gestione della sicurezza alimentare basate sull’HACCP”. In particolare, non sono stati considerati i possibili rischi per la sicurezza alimentare associati alla produzione di alcol e all’uso di tale alcol nel processo di produzione dell’olio di cannabidiolo (CBD).

“L’operatore del settore alimentare non aveva stabilito documenti e registri commisurati alla natura e alle dimensioni dell’impresa alimentare per dimostrare l’effettiva applicazione delle procedure basate sull’HACCP“.

Inoltre, non disponevano di sistemi e procedure di tracciabilità efficaci e il loro olio di cannabidiolo (CBD) prodotto, alcol utilizzato nel processo di produzione, che non era stato autorizzato e incluso nell’elenco dell’Unione europea, veniva immesso sul mercato.

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