Non sono passati che pochi mesi dalla fusione di due grandi aziende nel panorama tecnologico mondiale: stiamo parlando di Oppo e OnePlus, due aziende che sono riuscite a crescere in maniera esponenziale portando l’esperienza utente del mondo Android su un nuovo livello. E gli effetti si possono vedere fin da ora, con l’uscita della nuova serie Oppo Reno 6, con un design che richiama in maniera prepotente il “fratello maggiore” di casa OnePlus (il modello 9 e 9 Pro). Sono molte le affinità con Oppo Reno 6 Pro, protagonista della nostra recensione, ma diverse anche le differenze in termini di design e scheda tecnica che distinguono questi due device sotto il profilo delle prestazioni e perfino della fascia di appartenenza.

ADOLFO BINNI, Head of Product Marketing OPPO Italia presenta così questa nuova serie: “OPPO Reno, la serie mid range più apprezzata negli ultimi anni, continua a crescere e oggi dà il benvenuto alla nuova famiglia di smartphone OPPO Reno6, composta da due modelli che rappresentano per il brand il mix perfetto tra tecnologia e design: OPPO Reno6 Pro e OPPO Reno6. Secondo la nostra filosofia, affinché il design di uno smartphone sia eccezionale, deve attrarre le persone attraverso colori accattivanti e form factor unici, soddisfare le esigenze degli utenti durante la user experience e infine dare un valore aggiuntivo, che faccia sentire gli utenti entusiasti ogni volta che interagiscono con il prodotto. La serie Reno è una testimonianza dell’approccio innovativo del brand ed è nota per la ricca e lunga eredità di padroneggiare l’innovazione con funzionalità premium nel settore ed esprime la creatività e comunicare le emozioni grazie allo smartphone diventa davvero semplice e unico.”

 

 

Design

Questo è il punto di maggior contatto con la serie OnePlus 9: molti i punti in comune, con Oppo che però è riuscita a cambiare qualche piccolo particolare, rendendo Reno 6 Pro ancora più bello da tenere in mano. In primis la colorazione Lunar Gray che abbiamo in redazione è davvero fantastica: possiede un effetto metallizzato, una speciale finitura opaca e scintillante OPPO Glow, ottenuta attraverso un processo di produzione lungo più di 14 ore e che prevede circa 50 passaggi complessi, che sul Gorilla Glass del vetro posteriore fa la sua bella figura, al tempo stesso elegante e moderno, e adatto a qualsiasi tipo di utente. A cambiare e variare è soprattutto la parte relativa al frame dello smartphone: un frame in plastica, realizzato in questo caso decisamente bene, in maniera rifinita e in grado di trasmettere buone sensazioni in mano. L’unico modo per cui vi accorgerete di non avere un frame in alluminio è la mancata sensazione fredda al tocco con il metallo, mentre per il resto le rifiniture sono perfette e curate. Inoltre, sulla parte superiore del dispositivo troviamo un inserto trasparente che riprende la colorazione del pannello posteriore, con una sensazione di luminosità che spezza la monotonia del frame.

Per il resto troviamo le solite porte e connessioni: USB Type C per connessione e ricarica, doppio speaker stereo su lato inferiore e superiore, lo stesso per i microfoni, pulsante di accensione su lato destro, con un bell’inserto verde, bilanciere del volume su lato sinistro, diviso in due diversi tasti questa volta, e infine lo slot per la doppia sim con supporto al 5G, senza possibilità di espansione per la memory card.

Il peso di poco inferiore ai 190g e lo spessore di 8mm, grazie anche ai bordi stondati sul lato posteriore, forniscono un buon grip durante l’utilizzo, rientrando appieno in quella gamma di peso sopportabile e perfettamente gestibile anche con uso prolungato. Peccato per la mancanza dell’ormai classico selettore per la modalità della suoneria (tipico di OnePlus), che sarebbe stato estremamente comodo da integrare sul frame laterale e dell’entrata da 3.5mm per le cuffie, che in tanti ancora richiedono.

 

Display

Il pannello anteriore, protetto anch’esso da Gorilla Glass 5, monta un display con risoluzione FHD+ da 6,55″ con tecnologia Amoled e refresh rate a 90Hz. La resa, grazie anche al supporto all’HDR, è eccellente: i colori sono brillanti e profondi al punto giusto, e anche a confronto diretto con altri pannelli Amoled si può notare chiaramente la differenza. Ciò che impressiona di più è la forte luminosità del dispositivo, che riesce ad essere perfettamente leggibile anche sotto il sole diretto e che fa risaltare i colori come solo gli schermi di fascia alta sanno fare. Certo, 120Hz avrebbero fatto gola a tanti, ma tutto sommato anche i 90Hz fanno il loro dovere nel fornire all’utenza una buona sensazione di fluidità. Non manca anche un occhio al gaming, con una frequenza di campionamento al tocco di ben 180Hz, che rende il tocco diretto più veloce e responsivo, o almeno quel tanto che basta anche per situazioni di gaming competitivo.

Il display 3D Curved proposto da Oppo, e presente anche sulla serie OnePlus 9 Pro, può piacere o non piacere: di certo indica ancora oggi un prodotto destinato alla fascia alta del mercato, con una curvatura non troppo esagerata, che si fa sentire al tocco e invece invisibile durante la visione di contenuti. Ottimi gli angoli di visione, con colori che rimangono fedeli anche cambiando notevolmente l’inclinazione del device.

 

Lettore di impronte digitali

Nella parte inferiore del display troviamo un lettore per le impronte digitali integrato all’interno del pannello. Il posizionamento è corretto in base alla dimensione e alle proporzioni dello smartphone, mentre la velocità di sblocco si posiziona ai vertici della categoria. Sicuramente è molto veloce, anche se non il più veloce in assoluto. Sotto il profilo della riconoscibilità siamo su livelli eccellenti, con 100 sblocchi su 100 nel test di efficienza Tecnoandroid.

 

Prestazioni e dotazione tecnica

Sono diverse le versioni uscite nel mondo di questa nuova serie. Reno 6 Pro arrivato qui in Italia dovrebbe in realtà essere un rebrand del modello 6 Pro Plus uscito in Cina, con un SoC diverso dal Dimensity 1200 (montato ad esempio da OnePlus Nord 2 e dal 6 Pro internazionale) e con una dotazione tecnica superiore. Il modello testato in redazione possiede lo Snapdragon 870 in versione 5G: le prestazioni sono eccellenti sotto tutti i punti di vista. Rispetto all’888 top di gamma, questo SoC riesce a mantenere delle prestazioni decisamente ottime, soprattutto in rapporto al fattore consumi e temperature. Nell’uso quotidiano Reno 6 Pro è sempre scattante e pronto all’uso, grazie anche alla memoria da 256GB con tecnologia UFS 3.1 e ai 12GB di ram, espandibili tramite archiviazione fino ad un massimo di 7GB. Uno dei migliori per quanto riguarda l’aspetto del multitasking, con oltre 20 applicazioni aperte in memoria e riaperte correttamente senza scomodi caricamenti. La fluidità del sistema, grazie anche al refresh rate da 90Hz, è eccellente, coadiuvata da Android 11 e dalla ColorOS 11.3 installata sul dispositivo (versione CPH2247_11_A.12).

Sotto il profilo del gaming le prestazioni garantite non hanno effettivamente dei limiti. Il telefono riesce ad essere responsivo e fluido anche con giochi pesanti come PUBG o COD Mobile, anche a impostazioni grafiche alte. Ma l’aspetto che prendiamo più in considerazione per il lato gaming è quello delle temperature: con un picco di 45° a conclusione dello stress test 3D mark di 20 minuti, nell’uso normale si potrà sentire solo un lieve tepore provenire dal retro del device. Il display rimane perfettamente usabile, così come anche la scocca e il frame, che non dà troppo fastidio durante l’uso. In termini di prestazioni nude e crude lo SD870 svolge un ottimo lavoro, mettendosi a pari con il nuovo Dimensity 1200 top di gamma, ma consumando un filo di batteria in più (ma i consumi li vedremo più avanti).

Non mancano a bordo tutte quelle funzionalità necessarie ad avere uno smartphone aggiornato e prestante: Wi-Fi 6 tri-band, 5G, Bluetooth 5.2, un motore lineare X-Axis per la vibrazione e tutte quelle modalità (integrate e migliorate grazie a OnePlus) relative alla funzione Gaming, a quella Privacy, 0Relax e così molte altre.

La ricezione è buona, o comunque nella media del settore, con un buon comportamento in chiamata, sia per il microfono che per l’auricolare sul lato superiore. Il supporto al 5G vale per entrambe le sim, senza limitazioni di sorta, così da sfruttare al meglio la modalità dual sim su questo device.

 

Batteria

4500mAh con ricarica rapida Super VOOC 2.0 da 65W per questo modello: più che sufficienti per arrivare fino a sera con un uso medio-intensivo, soprattutto prestando maggiore attenzione nel dosaggio della luminosità dello schermo. La ricarica completa avviene in circa 30 minuti, grazie al caricabatterie incluso all’interno della scatola, per una velocità in linea con il resto dei top di gamma presenti sul mercato.

In termini di consumi benchmark, lo stress test 3D Mark di 20 minuti ha consumato esattamente il 10% di batteria, laddove invece il Mediatek Dimensity 1200 aveva fatto meglio delle prestazioni inferiori di circa il 5% e un consumo che si attestava a circa il 7%. Nell’uso reale si consuma il 10% di batteria usando COD Mobile per 30 minuti e il 4-5% di batteria per un’ora di streaming con Netflix. Possiamo ritenerci soddisfatti per questi risultati, che garantiscono un uso senza pensieri del dispositivo, soprattutto considerando la ricarica rapida, per la quale basteranno 10 minuti per avere il 40-50% di batteria da usare in caso di emergenza.

Fotocamere

Al design del modulo posteriore manca solo la dicitura “Hasselblad” per richiamare forma e dimensioni di OP 9 Pro. Eppure torna un modulo da 4 fotocamere più sensore di messa a fuoco All-Pixel Omni Focus e doppio led flash: il sensore Sony IMX766 con dimensione di 1/1.56″ permette di ottenere grandi foto con questo device.

Le differenze con i competitor si vedranno principalmente nei dettagli: la fotocamera principale da 50MP rende splendidamente nel mondo del Bokeh, con delle foto che riescono a sfocare profondamente lo sfondo dando una sensazione “reflex” e soprattutto garantendo una grana dei pixel bella da vedere e che esalta il soggetto principale. Durante la giornata con buona luce la resa delle fotografie è eccellente sia nel livello di dettaglio che nella resa dei colori. Ma soprattutto l’intervento dell’HDR e dell’AI non crea artefatti o foto ultra dettagliate innaturali: anzi, i colori poco spinti e i contorni delle riprese rappresentano delle immagini equilibrate, che non esagerano nel senso positivo del termine. Ci è piaciuta molto anche la resa notturna con la modalità notte, che grazie ad una ripresa naturale restituisce delle foto fedeli a ciò che vediamo nella realtà. Il livello del rumore e degli artefatti è minimo, con una buona resa delle aree poco illuminate; un piccolo problema è presente con le fonti di luce, che in alcuni casi restituiscono dei leggerissimi flare nell’immagine. Nulla di preoccupante, soprattutto considerato che spesso questi piccoli difetti vengono corretti via software con gli aggiornamenti delle prime settimane.

La lente ultragrandangolare da 16MP possiede invece una doppia anima: guardando la foto normalmente si può apprezzare il livello di dettaglio e la resa molto luminosa e piacevole della foto. Eppure ad uno sguardo più attento emergono diverse aberrazioni cromatiche (principalmente sul viola) verso i bordi della foto e con luce ambientale scarsa è molto visibile il rumore digitale e il dettaglio cala visibilmente. Nonostante questo la lente si fa apprezzare, grazie anche ad un fov incredibile, attenzione a come posizionate la vostra mano poiché rischiate di farla entrare nell’inquadratura!

Ottima notizia per gli amanti dello zoom, grazie alla lente Telephoto da 13MP. Non arriverà ad un 100X di zoom come i top di gamma ultra da oltre 1000 euro, ma fino al 20x riesce a fare bene il suo lavoro. Il sensore stabilizzato aiuta in questo caso restituendo ottime foto perfettamente usabili fino al 10x, con una resa paragonabile alla fotocamera principale, sia per colori che per gestione delle luci, ad eccezione di un livello di dettaglio leggermente inferiore. La presenza di questa lente fa la differenza nel comparto fotografico di uno smartphone, poiché aiuta moltissimo in tante situazioni, senza costringere lo smartphone ad operare con uno zoom digitale che usa l’interpolazione dei pixel.

La lente macro a bordo da 2MP viene ormai inserita per due motivi: fare numero nel modulo fotocamere sul lato posteriore e far divertire gli utenti con una modalità che in molti useranno un paio di volte l’anno. Alla fine dei conti tra averla e non averla c’è poca differenza, per una resa che non è male considerando ovviamente i 2MP di risoluzione, che non consentono di avere un livello di dettaglio perfetto. Con poca luce entra in grande difficoltà e vi consiglio di usarla solo con una luce consistente e all’esterno per fare qualche foto a piante o fiori.

Infine, la fotocamera per i selfie anteriore, inclusa nel pinhole sul lato sinistro del display, possiede una risoluzione da 32MP. Buono il livello di dettaglio e la gestione dell’illuminazione della scena, tuttavia la resa dello sfocato non è precisa nello scontorno del volto (soprattutto nell’area dei capelli).

Sotto il lato video non manca assolutamente nulla. Si può registrare video fino ad una risoluzione 4K a 60FPS con stabilizzazione ottica attiva e l’intelligenza artificiale è in grado di riconoscere le varie scene per adattare la modalità di ripresa, la messa a fuoco e la gestione dell’HDR. La stabilizzazione è naturale e grazie al 4K consente di perdere poco dettaglio nel taglio dell’area di ripresa; anche all’interno le riprese sono precise e quasi prive di rumore, mentre il panning, solitamente scattoso sulla maggior parte dei dispositivi, in questo caso è stato fluido al punto giusto nella modalità a 60fps. La fotocamera anteriore può registrare fino a FHD 30FPS. Nonostante le prove fatte in interno con luce alle spalle di una finestra si è comportata alla grande, registrando un video dettagliato e preciso nella messa a fuoco e nelle luci. Unica piccola pecca e la stabilizzazione della fotocamera anteriore, efficace se attivata ma a tratti si percepiscono delle micro-vibrazioni sporadiche nel video finale.

Conclusioni e prezzo

Abbiamo analizzato le sue funzioni, le sue caratteristiche, non resta che svelare il prezzo: 799€ per questo Reno 6 Pro, il che ci porta ad una domanda. Perché preferire questo nuovo modello ai top di gamma OnePlus, ne vale davvero la pena? Senza dubbio rispetto a OnePlus 9 i miglioramenti sono tanti, in particolari relativi all’aspetto della fotocamera, molto più simili a OnePlus 9 Pro. Anche il prezzo è molto simile, e se preferite una batteria che dura di più e l’integrazione di una lente telephoto, allora questo Reno 6 Pro saprà regalarvi un’esperienza migliore, ben equilibrata nel rapporto prestazioni-consumi e anche nel feeling del telefono. Ma se lo andiamo a comparare a OnePlus 9 Pro, dal costo di 920€ (soli 120€ in più di questo modello) la battaglia si fa più serrata, con un vantaggio netto sul display per OnePlus e un comparto fotocamere molto simile in termini di resa finale.

Insomma, la fusione di queste due aziende ha portato degli ottimi risultati e non siamo che all’inizio. L’unico elemento strano è la parziale sovrapposizione di fascia per questa nuova serie Reno 6 Pro, che va a minacciare i top di gamma OnePlus con un prezzo che si pone proprio a metà tra i due modelli di punta, sia come valore che come prestazioni generali. 

Inoltre, fino al 20 ottobre 2021 è possibile ricevere inclusi nel prezzo tantissimi prodotti dell’ecosistema OPPO: con OPPO Reno6 Pro è possibile ricevere OPPO Enco X, OPPO Band Style e una cover in silicone, per un valore commerciale totale di 279,40, e OPPO Care Light 2021, con 3 mesi di garanzia dello schermo e la sua eventuale sostituzione presso i centri di assistenza autorizzati da OPPO in Italia.

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