Il Sole com ben sappiamo è la nostra stella che illumina i cieli del nostro pianeta e la cui attività è ormai da decenni monitorata dagli scienziati della NASA, stando alle ultime analisi però, nell’ultimo periodo il gigante giallo è particolarmente irrequieto, probabilmente a causa del nuovo ciclo iniziato che durerà fino al 2030.

A conferma dell’aumentata attività abbiamo la presenza di numerose macchie solari, attività che pur risultando molto affascinante in se, può causare anche qualche problema elettromagnetico alla Terra, portando a interruzioni di segnale vari, che possono interessare anche gli astronauti della ISS e i vari satelliti in orbita.

 

Un eccezionale brillamento solare

Nonostante la già conosciuta iperattività solare, ha molto sorpreso il brillamento solare che è stato osservato, registrato (e fotografato) dal Solar Dynamics Observatory della NASA, si tratta nel dettaglio di un’esplosione di radiazioni avvenuta a circa 5,56 milioni di gradi centigradi di classe X1.5, appartenente perciò alla famiglia di brillamenti più intensi.

Le classi per chi non lo sapesse si suddividono in 5 categorie:  A, B, C, M, X, di cui ciascuna ha poi 9 sottocategorie di intensità, ognuna è dieci volte più potente della precedente, sia per la categorie che per le sottocategorie, per farvi un esempio, la classe B è dieci volte più potente della classe A e un brillamento X2 è a sua volta dieci volte più potente di uno X1.

Il brillamento X1.5 è stato dunque uno dei più potenti degli ultimi anni sebbene non sia al livello di quello X9.3 registrato nel lontano 2017 che provocò numerosi problemi sulla Terra a causa delle onde elettromagnetiche.

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