Il vaccino Covid-19 sicuramente più controverso è quello sviluppato in Russia anche grazie ai fondi dello stato. Si tratta ovviamente di Sputnik V che apparentemente avrebbe un’efficacia di più del 91% anche se sembra aver avuto qualche problema. Come gli altri vaccini richiede due dosi per poter garantire un’efficacia a lunga durante, ma il RIDF ha annunciato una versione alternativa.
Si può chiamare Sputnik Light ed è un vaccino monodose, come quello di Janssen. Sempre a quanto dicono i dati russi in merito al trattamento, avrebbe un’efficacia del 79,4%. È più bassa quindi della versione normale, ma al tempo sembrerebbe quindi più performante nel proteggere dal Covid-19 rispetto al trattamento di AstraZeneca e proprio di quello di Johnson & Johnson.
Sputnik V: la versione monodose
Per certi versi i dati dietro questo vaccino sembrano essere più attendibili dello Sputnik V semplicemente perché la sperimentazione è andata avanti dal 5 dicembre dello scorso anno fino a tre settimane fa, il 15 aprile. Nel frattempo hanno analizzato tutti i dati in merito alle sperimentazione.
Non è chiaro se questo vaccino potrebbe mai arrivare in Europa. Sicuramente se la Russia passerà all’EMA tutte le informazioni necessarie per poter decidere, se effettivamente è in grado di offrire quello che afferma allora potrebbe venir accettato. Il problema più grande dello Sputnik V è proprio il fatto che non sono stati condivisi i dati più importanti. Se da un lato sembra efficace a livello generale, ci sono state segnalazioni del contrario.
C’è un altro problema legato allo Sputnik V, la produzione. La Russia non ha la capacità di produrlo in massa e per questo ha permesso ad altri paesi e compagnie di produrlo per conto loro. Questa divisione potrebbe aver portato alla creazione di lotti non esattamente conformi agli standard previsti. Il punto rimane lo stesso, senza informazioni non si possono trarre conclusioni.