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In concomitanza con l’arrivo delle prime dosi di Johnson & Johnson in Europa, gli Stati Uniti avevano momentaneamente bloccato le somministrazioni del trattamento a livello federale. Il motivo riguarda i diversi casi di trombosi che erano stati registrati in alcune donne. Si parlava di sei casi, poi saliti a nove, su sette milioni di somministrazioni. Abbastanza per creare preoccupazione sui vaccini.

Visto quanto stava accadendo, in Europa è stato posticipato l’inizio dell’uso di questo vaccino, almeno per una settimana così da dare al tempo all’EMA di analizzare di nuovo i dati. Alla fine è stato dato l’ok per affiancare Johnson & Johnson agli altri vaccini mentre negli Stati Uniti ancora si aspettava, almeno fino a ieri.

La Food and Drug Administration ha di nuovo autorizzato l’utilizzo per emergenza, ma al tempo stesso è stato incluso l’avvertimento del fatto che esiste un rischio plausibile di coaguli di sangue. Viene sottolineato come il rischio sia più alto per le donne sotto i 50 anni per i quali saranno suggeriti altri vaccini.

Vaccini: l’uso di Johnson & Johnson

In tutto questo tempo, sulle sette milioni di dosi somministrate prima del blocco temporaneo, i casi di trombosi sono saliti a sedici; il ritardo è dovuto al fatto che in molti casi l’effetto collaterale è comparso dopo due settimane. Le donne morte sono tre ovvero il 25% dei casi totali. Detto, il trattamento in questione, come gli altri vaccini, sono considerati sicuri e i rischi sono oscurati dagli effetti come impedire i casi gravi di Covid-19. Come con AstraZeneca, non si può fare a meno di un vaccino.

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