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La carenza di chip a livello globale è un problema ormai noto e complesso. Diversi paesi e compagnie stanno lavorando per uscirne e al tempo stesso anche pianificando di ridurre la parziale dipendenza dalla Cina. Nel frattempo quest’ultimo ha deciso di risolvere a modo suo andando ad accumulare semiconduttori a discapito del resto del mondo.

Recenti rapporti indicano l’entità di questa giga operazione della Cina. Si sta parlando di 35,9 miliardi di dollari per un totale dell’accumulo di 58,9 miliardi di chip singoli in un singolo mese. In tre mesi hanno raggiunto 155,6 miliardi di unità mentre nello stesso periodo dell’anno scorso erano 116,1 miliardi. Un aumento del 33,6%.

 

Carenza di chip: la parte della Cina

Considerando la situazione a livello globale questa azione da parte della Cina ha aiutato a causare i problemi di produzioni presenti tutt’ora. Sono unità semplici, ma come abbiamo visto anche solo la PS5 ha problemi con semiconduttori dal costo di appena un dollaro. Si tratta di accumulo mirato per un consumo di lungo periodo e non per la produzione attuale. Se la carenza di chip si sta facendo così sentire è perché la Cina si è mossa contro il resto del mondo.

Questo ha spinto gli Stati Uniti, il Giappone, l’Europa e grandi colossi come TSMC o Samsung a muoversi in funzione anti-cinese. Investimenti da decine e decine di miliardi di dollari per potenziare la produzione. Sicuramente questa carenza di chip si incastra perfettamente nel cambiamento della geopolitica mondiale, anche di più dell’attuale pandemia. I risultati si vedranno soprattutto nei prossimi anni.

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