Durante la pandemia vi è stato un repentino aumento nell’utilizzo degli strumenti digitali in ogni comparto, inclusi quelli storicamente restii ad implementare nuove tecnologie.

Nonostante l’ambito medico non figuri tra quelli che negli anni hanno deciso di restare immuni alla rivoluzione tecnologica in atto, certamente è un settore che ha necessitato enormemente del supporto dell’AI e del machine learning in questo periodo, e che ne resterà sempre più legata.

Come affermato nell’articolo “Machine learning-based prediction of COVID-19 diagnosis based on symptoms”, pubblicato su Nature e che prendiamo ad esempio, uno screening efficace del SARS-CoV-2 consente una diagnosi al tempo stesso rapida ed efficiente, e può rendere più leggero il carico che grava sulle spalle dei sistemi sanitari.

Di fatto sono stati costruiti diversi modelli predittivi (si pensi ai software per riconoscere gli asintomatici da un colpo di tosse) a supporto di una corretta diagnosi dei sintomi, e questo approccio potrebbe essere impiegato in futuro non solo nell’ambito del Covid, ma anche di numerose altre malattie.

Covid, l’impiego del machine learning non si fermerà a questa pandemia

Il fine dello sviluppo di nuovi metodi predittivi consiste nell’assistere il personale medico in tutto il mondo nel riconoscere e classificare i sintomi riportati dai pazienti, soprattutto nei contesti ove si registri una scarsità di risorse umane ed economiche in ambito sanitario.

In tal senso, il machine learning diverrà presto un supporto imprescindibile per effettuare diagnosi corrette anche nell’ambito di altre malattie e per contrastare gli effetti di nuove epidemie. L’apprendimento artificiale in ambito sanitario può contare su database di dimensioni enormi su cui effettuare allenamento. Ricordiamo che il complesso sistema di algoritmi alla base dei sistemi di machine learning deve essere “allenato” su casi di cui si conosca la diagnosi (casi noti) per poter proporre dei risultati sui nuovi casi.

Il medesimo procedimento potrà essere dunque applicato in ambito oncologico, ad esempio, per riconoscere preventivamente dei sintomi che possano far pensare ad una neoplasia, così come in ambito cardiologico per individuare i segnali di malfunzionamenti nell’apparato cardiovascolare, e via discorrendo per qualsiasi campo della medicina.

Il Covid ha “soltanto” fornito il pretesto adatto per ricorrere a questi strumenti e far riconoscere la loro necessità in ambito medico. A breve, però, questa rivoluzione investirà ogni settore, portando enorme giovamento a tutti i pazienti.

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