patrimonialeLe voci sull’introduzione di una tassa patrimoniale si fanno, giorno dopo giorno, sempre più insistenti. D’altronde a parlarne una figuro di spicco come Guido Carlino, pretendente della Corte dei Conti; ad intervenire sull’argomento anche Giacomo Ricotti capo del Servizio di consulenza fiscale di Bankitalia. Entrambi hanno espresso l’esigenza di una redistribuzione del reddito e, soprattutto, di ridurre il peso fiscale sulle spalle della fascia media di contribuenti.

Secondo Carlino prima dell’introduzione di una patrimoniale servirebbe però: “Una valutazione preliminare, riguardo alla caratteristica del prelievo, che da reale potrebbe essere trasformato in personale, considerando dunque tutte le forme di patrimonio ed eventualmente a base familiare anziché individuale“. Bisognerebbe comunque riuscire ad evitare casi di duplicazione del prelievo e contestualmente ad una rimodulazione decisa del’Irpef.

Patrimoniale: un sostegno per i redditi medi

 

Come già accennato l’inserimento di una tassa patrimoniale andrebbe di pari passo con una rimodulazione dell’Irpef; rimodulazione che coinvolgerebbe soprattutto i redditi tra i 28mila e i 55mila euro. Questa infatti risulta la fascia più gravata dagli oneri fiscali. Il contribuito di Ricotti sottolinea come: “A parità di spesa pubblica ulteriori riduzione del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerato meno dannoso per la crescita“.

Una via che però trova lo sbarramento di almeno due forze politiche che dovrebbero sostenere Draghi. Stiamo parlando della Lega di Salvini e di Forza Italia, storicamente contrari all’introduzione di una tassa patrimoniale. Starà ora all’abilità di Draghi capire se continuare su questa strada oppure cedere terreno in nome di una maggiore stabilità politica.

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