Il pagamento senza contatto è arrivato per la prima volta negli anni ’90 e ora sta avendo il suo momento. Sia le aziende che i consumatori sono alla ricerca di modi per condurre affari con la minor interazione fisica possibile durante le transazioni di persona.
Le organizzazioni stanno aumentando costantemente la dipendenza dalle opzioni digitali e implementano nuove normative per tutti i tipi di interazioni. Ad esempio, la gestione degli eventi chiede agli utenti di non portare borse o borsette e di svuotare le tasche ai metal detector al fine di snellire il flusso del traffico ai cancelli e alle biglietterie.
Il pagamento senza contatto è conveniente, ma come qualsiasi tecnologia, comporta dei rischi.
I consumatori stanno riducendo al minimo ciò che portano, il che significa meno contanti a portata di mano. Più possono condurre affari con il loro telefono, meglio è, per comodità ed efficienza. Ma dato questo passaggio all’utilizzo dei nostri telefoni per il pagamento, le organizzazioni stanno facendo abbastanza per garantire la sicurezza mobile?
Anche se le probabilità sono abbastanza basse, non può sicuramente essere escluso il caso in cui una distanza troppo ravvicinata a un terminale POS di pagamento con la nostra carta di pagamento contactless, possa autorizzare senza la nostra volontà un addebito sul nostro conto di un acquisto effettuato da un altro cliente, presente accanto a noi. L’addebito potrebbe avvenire in buona fede, l’altro cliente potrebbe quindi essere inconsapevole di quanto sta avvenendo.
Tuttavia, non è nemmeno da escludere che i nostri dati bancari possano venire intercettati via wireless deliberatamente da qualcuno quando, ad es., siamo in fila alla cassa in attesa con la carta in mano pronta al pagamento. Questa trasmissione di dati senza la nostra autorizzazione può avvenire sia durante i pagamenti con carta di credito o bancomat e sia utilizzando lo smartphone che supporta la tecnologia contactless.