Il D.Lgs 504/95 ha istituito alcuni importanti sgravi fiscali per i coltivatori diretti, infatti, possono acquistare il gasolio destinato ai macchinari agricoli pagando solo il 22% di tasse. Questo carburante, detto gasolio agricolo, è identico al normale gasolio usato per automobili e camion con le differenze della minore tassazione e il colore verde utilizzato per distinguerlo da quello ordinario.

Requisiti richiesti e i rischi se non si rispettano le regole dell’utilizzo corretto del gasolio agricolo

Purtroppo non è destinato a tutti, il gasolio agricolo non si trova nei normali distributori ma esclusivamente presso i consorzi agrari. Questi possono venderlo solo a soggetti che possiedono i seguenti requisiti:

  • Possedere la qualifica di IAP (Imprenditore Agricolo Professionale). Si tratta di un soggetto che possiede competenze professionali specifiche nel settore dell’agricoltura, ovvero tutte le competenze richieste dalla normativa comunitaria. In aggiunta, la disciplina italiana pretende che per essere IAP, il soggetto debba dedicare almeno il 50% del suo tempo alle attività agricole e ricavarne almeno il 50% del reddito totale dichiarato (percentuale che scende al 25% se lavora in zone ritenute svantaggiate);
  • Possedere un terreno su cui svolgere la professione di agricoltore;
  • Essere iscritto presso la Camera di Commercio.

Per garantire che l’agevolazione valga solo per i mezzi agricoli, i consorzi potranno vendere solo quantità limitate di gasolio agricolo, in misura proporzionale alle dimensioni dei terreni posseduti ed al tipo di coltivazioni praticate.

Il gasolio agricolo è quindi chimicamente uguale a quello utilizzato per le automobili, ma c’è il rischio di un uso diverso da quello per cui è destinato, ricordiamo infatti che va usato esclusivamente per alimentare mezzi sfruttati nella lavorazione della terra o per altre attività legate, comunque, all’agricoltura. Il forte risparmio per il consumatore allo stesso tempo, è un danno erariale per lo Stato. Per questo motivo la normativa punisce severamente l’uso improprio di questo carburante. Il D.Lgs 504/95 prevede una sanzione amministrativa che può arrivare al decuplo delle imposte evase. Oltre ad una pena detentiva che può arrivare a cinque anni per chi produce o vende illegalmente il gasolio agricolo. La Corte di Cassazione ha però alleggerito le conseguenze per i trasgressori. I giudici hanno escluso la possibilità del sequestro degli automezzi alimentati irregolarmente con questo carburante.

Articolo precedenteCoop e Ipercoop: il volantino senza rivali sconta la tecnologia
Articolo successivoIntesa SanPaolo: come sfruttare lo strumento salvadanaio per risparmiare