A gli inizi di giugno un asteroide di notevoli dimensioni è passato nello Spazio più prossimo alla Terra; il corpo celeste ha viaggiato ad una distanza pari all’80% di quella che separa il nostro pianeta dalla Luna. L’oggetto, il cui nome tecnico è 2020 LD, ha un diametro tra gli 89 e i 200 metri ed è sfrecciato ad una velocità di circa 97’890 chilometri orari ad una distanza di 306’675 chilometri; l’asteroide più grande mai passato nello spazio vicino al nostro pianeta dal 2011.
Visti i dati sembra impossibile pensare che un oggetto con tali caratteristiche possa essere sfuggito alle rilevazioni degli scienziati; eppure è proprio così. Il passaggio di 2020 LD è stato rilevato solo 2 giorni dopo il suo massimo avvicinamento, quando già aveva iniziato ad allontanarsi dalla traiettoria terrestre.
Spazio: il programma Atlas
A comunicare l’accaduto gli esperti del programma ATLAS ( Asteroid Terretrial-impact Alert System), il sistema funge da ultimo scudo di emergenza nella segnalazione di corpi celesti che potrebbero colpire il nostro pianeta; nello specifico mira a individuare oggetti con un diametro inferiore ad 1 chilometro almeno 24 ore prima del possibile impatto. Il sistema funziona attraverso due stazioni, ATLAS 1 e ATLAS 2, poste a 150 chilometri di distanza l’una dall’altra.
Ogni stazione è dotata di 8 telescopi con camere da 100 megapixel l’una. Le apparecchiature sono però state ingannate dalla traiettoria del corpo celeste che a quanto pare è stata nascosta dalla luce del Sole; di fatto il Sole ha “accecato” le apparecchiature. Malgrado le dimensioni dell’asteroide non possano essere considerate particolarmente rilevanti per il tipo di corpo celeste, in caso di collisione, le conseguenze sarebbero potute essere davvero gravi.