Già da diversi giorni, fra le chat e i social degli italiani, circolano notizie il cui intento sembrerebbe quello di voler mettere in guardia i cittadini dai pericoli del 5G, adducendo la motivazione che questa tecnologia sarebbe la base anche della diffusione del coronavirus.
Come questa, sono state tante le mistificazioni che in questi giorni galoppano soprattutto su Facebook e Twitter, ma attenzione: rappresentano fake news confezionate ad hoc con il solo scopo di trovare un capro espiatorio che al contempo riesca a giustificare un’altra battaglia, quella al 5G e alla diffusione della nuova tecnologia.
Due piccioni con una fava, come si suol dire: queste teorie complottiste andrebbero infatti non solo a spiegare da dove venga questo Coronavirus (visto che l’interpretazione scientifica sembrerebbe essere invisa ai loro occhi), ma anche a sostenere il fronte anti-5G, in una guerra senz’armi che si alimenta a furia di disinformazione e fake news.
5G e Coronavirus: non esiste alcuna correlazione, ecco perché
La strampalata teoria sembrerebbe poggiare su due considerazioni cardine: il fatto che Wuhan sia stata la prima città ad adottare il 5G, nonché il focolaio primario dell’infezione, così come il Nord Italia la prima regione italiana in cui è stata attivata la nuova rete. “Coincidenze?” è la domanda provocatoria posta dai millantatori di verità che verità non sono, ma anzi, in questo momento di grande preoccupazione, di centinaia di persone che ogni giorno perdono la vita, di famiglie spezzate dal dolore e dalle difficoltà economiche, rappresentano bugie pericolose e destabilizzanti.
Bisogna infatti ricordare che la sperimentazione 5G non ha avuto luogo esclusivamente nelle aree su citate. In Italia, ad esempio, le infrastrutture per la nuova connessione sono state costruite e sono in fase di sperimentazione anche in altre città, come L’Aquila, Roma, Napoli, Prato, Bari e Matera. Che non si può certo dire appartengano al Nord Italia.
Stando a questo discrimine, si sarebbero dovuti palesare numerosi casi anche a Matera, che invece risulta avere appena 145 casi su una città di oltre 200.000 abitanti.
Queste teorie sono assolutamente prive di fondamento e non possono in alcun modo giustificare la diffusione di un virus che, purtroppo, ci è ancora in molta parte ignoto.