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Un recente sondaggio dell’Istat rivela che le famiglie del Mezzogiorno sono quelle più penalizzate nel possesso di un pc o di un tablet. La ricerca sostiene che ben 4 famiglie su 10 non ne ha uno in casa e che in questo momento la carenza di dispositivi tecnologici si stia facendo sentire parecchio. La chiusura delle scuole e con essa la didattica a distanza ha comportato gravi disagi per le famiglie che si sono dovute adattare, insieme alle insegnanti, all’utilizzo di nuove piattaforme digitali.

Problematiche che non possono assolutamente essere aggirate se non si è in possesso di un computer o di una minima preparazione informatica. Diversa la situazione al nord dove almeno il 70% delle famiglie ne ha uno, con una percentuale in crescita nelle province lombarde e nel Lazio. Anche il numero di dispositivi tecnologici a testa è nettamente superiore a quello verificabile nelle province meridionali.

L’Istat fotografa la situazione “tecnologica” del Sud.

I disagi relativi alla possibilità di utilizzare un pc o un tablet, aumentano notevolmente quando il sondaggio tocca piccole realtà. Si stima infatti che la percentuale più alta di famiglie senza computer sia proprio nei comuni più modesti con circa il 39,9% localizzato negli agglomerati con meno di 2mila abitanti. Di questi il 14,3% sono famiglie dove vivono minori, i più colpiti dai disagi dell’emergenza sanitaria.

Ma c’è un dato forse più inquietante rispetto alla mancanza di tecnologia. Si tratta della condizione di sovraffollamento abitativo in cui vivono numerose famiglie italiane del Sud, dove sono di nuovo i bambini quelli ad essere più coinvolti. L’Istat stima che circa il 28% della popolazione vive in abitazioni sovraffollate e di questi il 41,9% sono bambini. A questa condizione spesso poi si aggiunge il deperimento strutturale delle stesse abitazioni sovraffollate. Una situazione che ci fa capire come il divario Nord/Sud sia ancora terribilmente attuale.

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