sim-clonateAl tempo del Coronavirus molti italiani sono costretti a rinunciare alla possibilità di lavorare e si rifugiano nel social networking aggressivo che mantiene i contatti umani tramite gli strumenti del digital life più conosciuti. La maggior parte di noi accede ad Internet tramite la rete mobile della propria SIM. Per WhatsApp comunica il proprio numero di telefono e condivide numerose altre informazioni.

Con in mano una simile quantità di dettagli un manipolo di hacker non ha esitato nel perpetrare una truffa che va sotto il nome di Swap Scam (meglio conosciuta come Hijacking SIM). Si tratta di una frode basata sul concetto di social engineering, una tecnica di ricostruzione dati che passa per la sincronizzazione delle info su profilo personale e numero di telefono.

Il recente caso di Robert Ross – reduce da una truffa che gli è costata un milione di euro – ha sollevato il tarlo della paura tra gli utenti italiani di TIM, WindTre, Vodafone, Iliad ed MVNO. Tutti sono corsi ai ripari onde evitare uno svuota conto assicurato come da report di CNN Business, occupatasi di spiegare le dinamiche di questa nuova frontiera del raggiro telematico.

 

SIM copiate da numeri TIM, WindTre, Vodafone, Iliad e virtuali: mantenete le distanze di sicurezza

Stiamo comprendendo che la distanza di sicurezza è essenziale per non essere contagiati dal virus in corso. La stessa cosa vale anche sul web, dove la confidenza può rappresentare la spada di Damocle per la nostra privacy.

La nuova violazione alla sicurezza arriva dalle SIM clonate che lasciano gli utenti con un pugno di mosche in mano. Non si perde soltanto il numero, e quindi la possibilità di rimanere in contatto con amici e parenti, ma anche il denaro. Sta di fatto che copiano il numero si ottiene la ghiotta possibilità di ricevere i codici di sicurezza per l’accesso al conto corrente. Chi acquista il diritto d’uso dell’utenza telefonica ottiene il lasciapassare per il nostro conto in banca con sottintese ed inevitabili conseguenze.

Indirettamente i complici sono gli operatori ma la prima cosa utile da fare è la prevenzione. Limitiamo il numero di info condivise sul web. La nostra identità digitale è un’arma a doppio taglio. Facciamo attenzione.

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