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Il Corecom della Regione Marche, una branca di AGCOM a livello locale, è dovuto intervenire su una questione spinosa che ha coinvolto un utente privato che ha denunciato Wind Tre per la mancata restituzione di 900 euro di credito telefonico non consumato.

La controversia è stata risolta in questi giorni, ma il caso risale a quattro anni fa, quando l’intestatario della linea mobile con 3 Italia aveva deciso di cambiare operatore passando a Vodafone. Un anno dopo, il cliente ha inviato a Tre una richiesta di rimborso del credito telefonico per l’importo di 938,67 euro, oltre a un indennizzo di 300 euro per mancata risposta del gestore e 200 euro per le spese sostenute.

 

Wind e Tre Italia: un cliente chiede un rimborso per truffa di 900 euro

Se la questione sembra non necessaria portarla in dibattimento, il Corecom delle Marche ha invece rigettato tutte le richieste di rimborso smentendo l’utente. Il perché risiede nel fatto che l’operatore Wind Tre non ha riscontrato nessun credito residuo trasferibile, e tale non è stato mai richiesta dall’utente quando era ancora cliente Wind Tre.

Non avendo quindi alcuna documentazione probatoria in grado di accertare quanto spettante dopo il passaggio da Tre a Vodafone, il Corecom ha dato ragione al gestore telefonico. Inoltre l’obbligo di conservare il tabulato del traffico da parte di Wind Tre è stabilito solo per un periodo non superiore a 6 mesi, secondo i limiti imposti dall’articolo 123, comma 1 e 2, del Decreto Legislativo n. 196/2003.

In conclusione, la richiesta di rimborso di oltre 900 euro di credito telefonico non è stata accolta, in quanto il credito residuo non è più accertabile. Non si capisce come mai l’utente abbia aspettato un anno per richiederlo, tanto che il Corecom ipotizza che tale importo non sia mai esistito. 

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