Da sempre l’uomo ha cercato di darsi spiegazioni sulle proprie origini e sul proprio destino. Sicuramente l’ha fatto affidandosi a diverse strade a seconda del periodo storico e del progresso che aveva raggiunto, ma una delle vie maggiormente utilizzate e condivise implica l’affidarsi alle credenze religiose.

Nel corso dei secoli, molti credo differenti hanno cercato di trovare risposte a queste domande esistenziali e comuni a tutti gli uomini. In particolare, una questione ricorrente riguarda la fine del mondo. Tra le tradizioni e traduzioni tornate alla ribalta in questi anni, però, due su tutte si distinguono per fama e rilevanza. Le due interpretazioni dell’apocalisse appartengono a culture piuttosto distanti tra loro, e che difficilmente sono entrate in contatto, ma meritano entrambe menzione per le teorie affascinanti elaborate.

Maya ed Ezechiele: due interpretazioni della fine del mondo, ma c’è davvero da preoccuparsi?

La prima tradizione che ci sentiamo di citare corrisponde al culto praticato dai Maya. Negli ultimi anni, la cultura di questo popolo del Centro America si è imposta prepotentemente nelle cronache internazionali per via di una mistica profezia sulla fine del mondo. Secondo degli scritti ritrovati e reinterpretati dagli studiosi, l’apocalisse secondo i Maya sarebbe dovuta sopraggiungere il 21 dicembre 2012. Ma se siete ancora qui a leggere, evidentemente la profezia era inesatta. Però non ha mancato di dare numerosi spunti per produzioni cinematografiche di notevole spessore.

L’altra notizia, giunta successivamente in ordine cronologico, fa invece riferimento alla tradizione ebraico-cristiana e in particolar modo al profeta Ezechiele. Secondo quanto riportato nella Bibbia, infatti, uno dei segni distintivi dell’apocalisse sarebbe stata la presenza di pesci nel Mar Morto. Circostanza che si credeva confermata dalla foto diffusa qualche anno fa, che mostrava dei pesci nuotare proprio all’interno del Mar Morto. In realtà, come poi confermato dallo stesso fotografo, lo scatto era stato catturato presso una delle conche d’acqua dolce nelle vicinanze del lago salato, dove normalmente sono presenti animali acquatici.

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