Nuove verità sono state svelate in merito alla costruzione delle Piramidi che ancora oggi rimangono uno dei sogni segreti di molti archeologi. Visibili nella grande valle di Giza, le tre imponenti strutture sono alcuni tra gli esempi più lampanti della grandezza dell’antico Egitto ed è così che le tombe di Cheope, Chefren e Micerino ammaliano visitatori da tutto il mondo ogni anno.
La Piramide più grande, quella di Cheope, inoltre, è l’unica delle sette meraviglie del mondo ancora esistente e visitabile, rendendola così ancora più unica e particolare. In merito a queste costruzioni, però, negli anni sono nati molti dubbi e tra i più diffusi figurano quelli in merito alle modalità di costruzione. Sono molti gli studiosi che si sono posti un quesito essenziale: da dove sono stati estratti i materiali?
Piramide di Cheope: grazie a lei sappiamo la risposta alla domanda
Tornando indietro negli anni, nelle prossimità della Grande Piramide di Cheope, furono ritrovati dei resti di assi di legno dallo scopo non identificato. Ovviamente, al momento di tale ritrovamento, la tecnologia non aveva compiuto ancora dei passi come quelli odierni e quindi posizionare le assi in una funzione specifica fu difficile. Oggi, invece, grazie all’avanzamento tecnologico e grazie a nuovi test si è potuto finalmente individuare la natura di tali materiali: altro non sono che pezzi dell’intelaiatura di una nave.
Ricostruendo la storia si è potuto attribuire tali imbarcazioni al Faraone Khufu (Cheope) che senza ombra di dubbio se ne servì per estrarre i blocchi di calcare nell’isola di Torah e trasportarli fino a Giza.