Atomik è il nome scelto per la prima vodka al mondo realizzata con il grano di segale che proviene dalla città di Chernobyl. A crearla un team di scienziati capitanati da Jim Smith, professore presso l’università di Portsmouth.

E’ stata realizzata per mostrar al mondo che l’area che circonda la centrale nucleare, abbandonata dal 1986, può offrire ancora prodotti commerciali. La Chernobyl Spirit Company, la società che produce la vodka, vuole donare parte dei guadagni delle vendite della bottiglia alle comunità dell’Ucraina che ancora sono in declino a causa del disastro nucleare avvenuto oltre trent’anni fa.

Atomik è una vodka realizzata con il grano di segale di Chernobyl, quindi contaminato, e con l’acqua locale. Lo scopo è proprio dimostrare come nonostante sia un luogo ancora pieno pericoloso, non vi sono scorie radioattive nella materia prima della famosa bevanda. Il professor Smith ironizza sulla vicenda e afferma che tutto è stato distillato con cura; in tal modo le impurità rimangono nei “prodotti di scarto”. Numerosi chimici di altre Università come quella di Southampton, hanno analizzato la vodka, affermando che tutto è in regola e che può essere tranquillamente commercializzato.

Lo scopo della creazione di una vodka simile è molto chiaro e semplice. Uno scienziato che ha lavorato per la realizzazione del prodotto all’interno della Chernobyl Spirit Company afferma che con tale bevanda si vuole dimostrare come un territorio come quello dell’area adiacente la ex-centrale nucleare, possa esser ancora utile al mondo.

Analisi e composizione di Atomik, la prima vodka proveniente da Chernobyl

La composizione chimica ancora non la si conosce, ma chi l’ha assaggiata afferma di averla percepita come una vodka dal sapore fruttato e dal retrogusto di segale, ottima per il Martini o per essere mescolata con lo champagne.

Al momento vi è solo una bottiglia, come primo esemplare, ma la compagnia Spirit afferma di volerne produrre più di 500 già nel primo anno di attività. Sicuramente sarà un prodotto che attirerà la massa, curiosa di metter mano su un prodotto più unico che raro. Un oggetto che sa sfruttare il marketing uno strumento intelligente per far del bene al commercio di un luogo e alle comunità che ancora soffrono.

FONTErepubblica.it
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