app blocco chiamate pericoloseTutti noi abbiamo avuto a che fare con le app per bloccare le chiamate indesiderate. Versatili ed indubbiamente comode, evitano il fastidio di dover rispondere al telefono per poi scoprire che si tratta dell’ennesima chiamata di telemarketing aggressivo. Ma ciò che è stato scoperto da un ricercatore della NCC Group sta terrorizzando tutti gli utenti.

Secondo la fonte attendibile TrapCallTruecaller e Hiya violano la privacy. Sono solo alcune delle app incriminate ma di certo restano le più famose in assoluto. Stando alla scoperta, riescono a prelevare i dati personali degli utilizzatori vendendo il tutto ad aziende di terze parti che monetizzano con un sistema decisamente poco ortodosso. Esaminiamo il nuovo scandalo.

 

App come Truecaller e TrapcCall sono pericolose: gli esperti hanno rilevato importanti problemi di sicurezza per lo spionaggio dei dati

Trrapcall viene presa come esempio nel’indagine che ha portato alla clamorosa scoperta dele app spia. Invia i numeri di telefono degli utenti ad una società di analisi chiamata ApplFlyers. Il tutto senza consenso di alcun tipo e con evidenti violazioni alla privacy. Nessuna informativa nella policy utente.

Molte delle altre applicazioni prese in esame non sono migliori. Alcune, ad esempio, inviano dati a Facebook con evidenti soprusi per la riservatezza che sono stati sanzionati dall’analista.

 “Non avendo una preparazione tecnica adeguata, la maggior parte gli utenti finali non sono in grado di valutare effettivamente quali dati vengono raccolti e inviati a terze parti. Le norme sulla privacy sono l’unico modo che un utente ha per valutare quali dati sono raccolti su di lui durante l’utilizzo di un’app.”‎

A quanto pare nessuna delle aziende contattate avrebbe preso provvedimenti per arginare il problema. Le email di segnalazione sono servite a poco, con TrapCall che dietro segnalazione Apple si è limitata solo ad aggiornare la policy. Ma non si sono risparmiare critiche alla stessa Apple, accusata di scarso controllo. Hastingha concluso dicendo che:

“Le norme sulla privacy sono ottime, ma le app dovrebbero impegnarsi maggiormente nel rispettarle.”

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