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Ogni volta che un aereo statunitense si schianta, esiste un circuito che immediatamente invia un team di soccorso: una squadra viene inviata sul luogo dell’incidente per mettere in sicurezza il relitto e recuperare il pilota con i passeggeri, ma in alcuni casi può essere una proposta pericolosa che mette a rischio ulteriore personale ad un altro incidente. L’Air Force vuole evitare tutto ciò, e secondo una dichiarazione da parte del Laboratorio di ricerca aeronautico trapelata la scorsa settimana dell’aviazione (tramite Task & Purpose), ci sarebbe la possibilità di costruire un aereo “autonomo” in grado di allontanare le persone dal sito di un incidente.

La richiesta, chiamata “Personnel Recovery / Transport Vehicle” ed è stata rilasciata il 2 maggio. Delinea in generale ciò che l’AFRL sta cercando: un piccolo aereo autonomo con una autonomia di almeno 100 miglia che può atterrare e decollare in uno spazio ristretto. Come minimo, dovrebbe portare due persone e dovrebbe trasportare fino a quattro persone con oltre 1.400 libbre di equipaggiamento. Deve essere in grado di operare in tutti i diversi tipi di terreno, e deve avere un modulo per immagazzinare acqua. Infine, dovrebbe avere una “firma acustica” bassa in fase di decollo e atterraggio, ciò significa che l’aereo dovrebbe riuscire ad atterrare e decollare senza fare altri danni a causa del forte vento o rumore. L’Air Force non specifica se il veicolo sarà effettivamente un aereo o un elicottero autonomo, o una combinazione di entrambi.

L’obiettivo è mettere meno persone possibili nella linea del fuoco

L’obiettivo è essenzialmente quello di sviluppare un’alternativa a basso costo basata su un sistema autonomo, che consentirebbe ai militari di mettere in campo più di questi tipi di veicoli e potenzialmente ridurre la quantità di tempo necessaria per dispiegare e recuperare i propri obiettivi di soccorso. Il documento stabilisce che questo veicolo potrebbe funzionare in un paio di ruoli – “ricerca e soccorso da combattimento, recupero del personale e operazioni speciali”, nel senso che potrebbe essere usato per recuperare un pilota abbattuto, o consegnare o trasportare  una squadra di forze speciali verso un obiettivo che potrebbe essere troppo pericoloso per un elicottero.

L’Air Force prevede in particolare che questo sistema funzioni in due modi: come i droni Predator o Reaper, pilotati da un pilota remoto o “attraverso il minimo controllo da parte della persona a bordo” che non richiederebbe un addestramento significativo. Premi un pulsante per andare e l’aereo si prende cura del resto. Rimuoverà essenzialmente l’equipaggio di volo dall’aereo: meno persone da esporre al rischio in missione.

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