Prima di parlare degli appuntamenti che ci aspettano con il cielo nelle prossime serate, facciamo un po’ di chiarezza: che cos’è un asteroide?
Si tratta di un piccolo corpo celeste che ha una composizione simile a quella di un pianeta. Questo perché la Terra, come altri pianeti, probabilmente si è originata dall’aggregazione di tanti ammassi rocciosi analoghi agli asteroidi, che hanno rivestito il ruolo di mattoncini per costruire la Terra. Quelli che non sono stati inglobati in quel periodo, hanno iniziato a vagare per lo spazio.
Ma gli asteroidi che conosciamo sono solo quelli che fanno scalpore per passare vicino alla Terra? No! Sono asteroidi anche le comete: sono ammassi composti quasi interamente da ghiaccio, che seguono una propria orbita e che sono visibili a grandi intervalli di tempo.
Dopo aver assistito al rapidissimo passaggio di Speedy Gonzales, ci aspettiamo altri due incontri ravvicinati. Le date da segnarsi sono il 6 febbraio e il 9 febbraio 2018. Il primo a fare capolino sarà 2018 CC, dal diametro tra i 15 e i 30 metri, che passerà a 188.000 km dalla Terra, seguito da 2018 CB, che passerà ad un quinto della distanza che ci separa dalla luna: 70.000 km!
Ma gli asteroidi sono pericolosi?
Anche se queste distanze ci fanno impensierire, non c’è niente di cui preoccuparsi: lo conferma anche il responsabile del Virtual Telescope, Gianluca Masi, sottolineando che non ci sono rischi di collisione.
Questi passaggi ravvicinati costituiscono un’occasione per effettuare nuove osservazioni e condurre nuove ipotesi rispetto alla vita extraterrestre.
Da quando lavoriamo sugli asteroidi?
Gli asteroidi sono stati oggetto di studi sin dagli anni ’70: allora si usavano delle sonde automatiche per raccogliere nuove informazioni. Prima di questa innovazione, gli astronomi non sapevano nulla rispetto alla composizione dei materiali o rispetto al tipo di superficie che presentavano. Sapevano che erano lì, nello spazio e che si muovevano: li individuavano tramite telescopi e tutto quel che vedevano era un piccolo puntino luminoso, anche se usavano gli strumenti allora più avanzati.
All’inizio degli anni ’90 sono state fatte le prime fotografie e ne 1996 la NASA ha lanciato la prima missione dedicata allo studio e all’esplorazione di questi oggetti extraterrestri. A partire da misure effettuate sul campo gravitazionale generato dall’asteroide Eros nel 2001, è stato possibile determinarne con precisione la densità.
Numerose missioni di sorvolo ravvicinato si sono susseguite per acquisire immagini, rilevazioni e misurazioni con una risoluzione migliore di quelle che potevano essere fatte dalla Terra. Ci aspettiamo dalle prossime missioni che vengano raccolti dei campioni di materiale dalla superficie degli asteroidi per essere riportati poi sulla Terra, come la missione Marco Polo
Oltre che tramite telescopi o siti preposti alla diretta, sarà possibile osservarli ad occhio nudo: in Italia 2018 CC potrà essere avvistato alle 21:11 il 6 febbraio e 2018 CB alle 22:44 del 9 febbraio 2018. Il primo asteroide, 2018 CC, sarà più veloce del secondo, per cui state all’occhio e non fatevelo scappare!