SLIM, scattata stupenda foto della Terra da 160.000 chilometri di distanza

La recente missione spaziale “Moon Sniper” anche conosciuta come SLIM (Smart Lander for Investigating Moon), lanciata dall’Agenzia di Esplorazione Aerospaziale Giapponese (JAXA), ha catturato l’immaginazione del pubblico con una fotografia straordinaria della Terra scattata da una distanza di circa 160.000 chilometri. Questa prospettiva unica offre non solo una vista mozzafiato del nostro pianeta, ma segna anche un momento significativo nell’ambito dell’esplorazione spaziale.

SLIM: la tecnologia sta facendo passi da gigante

La missione SLIM ha un obiettivo specifico: atterrare sulla Luna con una precisione senza precedenti, mirando a colpire un’area specifica entro un raggio di soli 100 metri. Questo è un netto contrasto con le missioni lunari precedenti, che generalmente puntavano a vasti territori. L’obiettivo è dimostrare che la tecnologia di atterraggio è ora così avanzata da permettere agli scienziati di scegliere esattamente dove vogliono che la sonda atterri.

Durante il suo viaggio verso la Luna, SLIM ha utilizzato il suo “tempo libero” per scattare la foto della Terra. Questo non era solo un esercizio estetico; serviva anche a verificare il corretto funzionamento della fotocamera della sonda. Sebbene la data esatta dell’atterraggio previsto non sia stata ancora annunciata da JAXA, si stima che la sonda impiegherà tra i 3 e i 4 mesi per completare il suo viaggio dalla Terra alla Luna.

La Luna, essendo il corpo celeste più vicino alla Terra, è stata oggetto di numerose missioni da parte di vari paesi. Tuttavia, non tutte sono state coronate da successo. Ad esempio, l’India ha perso i suoi esploratori, mentre la Russia non è riuscita ad atterrare come previsto. In questo contesto, la missione SLIM potrebbe servire come un modello per future iniziative, dimostrando che è possibile eseguire atterraggi di precisione.

Con missioni come SLIM, stiamo entrando in una nuova era di scoperte spaziali, dove la precisione e la capacità di esplorare specifiche località potrebbero fornire intuizioni senza precedenti sul nostro vicino cosmico più prossimo.

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