Uno dei materiali più preziosi in circolo ormai fin dall’inizio della storia è l’oro. Nessuno però sa che questa risorsa è reperibile all’interno di tanti rifiuti, i quali presentano anche se in minima parte delle fibre di oro. Trasformare dei rifiuti elettrici in questo materiale può essere una soluzione, soprattutto dopo quanto dimostrato da alcuni ricercatori dell’Università del Saskatchewan.
Proprio in Canada è stato trovato un sistema molto rapido ma soprattutto economico e che rispetta l’ambiente per estrarre dell’oro proprio da apparecchiature elettroniche ed elettriche che sono arrivate alla fine del loro corso. Oggi si utilizzano due procedimenti industriali che servono proprio per rimuovere oro da scarti elettronici.
Oro dei rifiuti elettronici: ecco i due processi utili per estrarlo in maniera rapida, come funziona
La prima tecnica che permette di estrarre oro è la pirometallurgia, ma quale consiste nell’estrazione del metallo direttamente dai minerali con delle temperature che superino i 1000 °C. Tale metodo ad alta intensità energetica costa ed è molto importante soprattutto per chi rilascia composti organici come diossine.
Segue poi l’idrometallurgia, altro procedimento che impiega dei solventi liquidi per ottenere proprio la separazione dei metalli dal minerale. Anche qui di sostenibilità ce n’è ben poca.
I ricercatori però hanno trovato un metodo molto più sostenibile, il quale non pregiudica il recupero dell’oro. Basterebbe utilizzare una soluzione di acido acetico ed un ossidante in accoppiata, proprio per permettere di sciogliere l’oro in 10 secondi estraendolo dei circuiti stampati. Questo lascerà intatte le componenti in rame, ferro e altri metalli presenti. I benefici economici potrebbero essere incredibili.