Nel 2016 il governo guidato da Matteo Renzi aveva inserito nel disegno di legge il canone RAI della televisione pubblica. I vantaggi erano stati due: era calato il numero degli evasori (era una delle tasse più evase in Italia) ed era calato anche l’abbonamento annuale.
Da 100 euro si era passati a 90 euro, pagabili con 9 euro al mese su ogni fattura. Adesso le cose potrebbero cambiare dal 2023. All’Europa non piace che nella bolletta per la fornitura di energia elettrica ci sia un servizio diverso dal consumo di energia, e quindi si potrebbe tornare al passato.
Una soluzione che l’azienda di Stato boccia, memore dell’evasione fiscale dilagante prima del 2016. Sembra che ci sia anche il rischio che 90 euro all’anno possano diventare 300.
Cosa succederà in futuro?
Quello che preoccupa di più è il rischio di evasione che potrebbe costringere l’azienda ad annunciare delle tariffe diverse.
Se confrontiamo il canone televisivo di altri paesi scopriamo che la tariffa non è molto diversa da quella proposta per il 2023.
In Austria costa dai 250 euro in su, in Spagna invece c’è la differenza tra una sola persona e una famiglia: 40 euro nel primo caso, 100 euro nel secondo.
In Inghilterra costa 145 sterline, circa 175 euro mentre dalla Francia alla Germania costa tra i 150 e i 250 euro. In Belgio e altri paesi, il pagamento viene effettuato direttamente con le tasse che i contribuenti devono pagarle annualmente. Una delle ipotesi per l’Italia è proprio questa, inserire la voce del canone sul modello 730 per la dichiarazione dei redditi.
Del canone Rai svincolato dalla bolletta elettrica si parla ufficialmente dal 13 aprile dell’agenda del Decreto Energia firmato da Maria Laura Paxia del Gruppo Misto.