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Negli ultimi mesi la più grande patata bollente del mondo dell’informatica è stata senza dubbio Windows 11, il nuovo sistema operativo di casa Microsoft ha a tratti impressionato, ha però anche creato un malcontento generalizzato all’interno della community visti i suoi requisiti super stringenti che mai come prima hanno tagliato fuori sistemi validissimi ancora oggi.

A creare molti dissapori è stato senza dubbio il fattore TPM 2.0, un elemento per il contenimento sicuro di chiavi crittografiche pensato per l’immagazzinamento sicuro di dati che però, anche sui sistemi in cui è presente, non è abilitato, ma non è tutto, anche l’elenco delle CPU supportate ha creato malumori, dal momento che la richiesta parte dai processori Intel di ottava generazione e da quelli Ryzen rilasciati nel 2017, fattore che ha tagliato fuori milioni di utenti.

 

I requisiti non saranno aggirabili

Se speravate di poter comunque installare Windows 11 aggirando la questione requisiti, a ricordarvi che vi sbagliate ci pensa Aria Carley, Program Manager di Microsoft, la quale ha sottolineato come il PC non scaricherà nemmeno l’aggiornamento se il sistema operativo non riconoscerà gli standard richiesti dal team di sviluppo.

Queste le sue parole “Criteri di gruppo non ti consentirà di aggirare i requisiti hardware per ottenere Windows 11. Continueremo a bloccare l’aggiornamento del dispositivo con stato non supportato perché vogliamo assicurarci che tutti i dispositivi rimangano supportati e protetti”, si tratta di una scelta che ha creato davvero un grosso malcontento ma su cui Microsoft è inamovibile in quanto vuole garantire una produttività sempre al massimo delle macchine su cui il suo OS è installato oltre che un tasso di sicurezza molto elevato.

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