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L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova la resistenza di bambini e ragazzi in tutto il mondo, costretti a ricorrere alla didattica a distanza.

Anche in Italia sono stati molteplici i contagi all’interno delle scuole, che sono stati tra i primi luoghi a chiudere. Andiamo ad analizzare le nuove norme previste dal Ministero dell’Istruzione.

 

Didattica a Distanza, un nuovo modo di fare scuola che non piace a tutti

Nel documento diffuso lo scorso agosto viene sottolineata l’importanza di garantire alle scuole del primo ciclo almeno 15 ore a settimana di didattica in modalità sincrona con la classe.

Ogni scuola più redigere il piano didattico a suo piacimento, ma diversi genitori hanno lamentato il fatto che i propri figli trascorressero anche più di 5 ore davanti al PC.

Un’altra nota dolente riguarda quella dei compiti per casa. Nella circolare non viene specificato che debbano svolgersi davanti al PC, ma per alcuni è diventata la prassi.

Purtroppo l’eccepisca digitalizzazione e il rimanere sempre connessi non ha fatto altro che aumentare stress e ansia di bambini e ragazzi, come dimostrato da ricerche internazionali. Privati della socialità, sono stati tra i più colpiti in questo periodo difficile.

Ma l’unico modo per combattere l’emergenza in corso è quello di rimanere prudenti e vigili.

A causa delle varianti i contagi continuano a salire e ci vorrà del tempo prima di raggiungere l’immunità di gregge e tornare a una normalità anche scolastica.

Nel frattempo bisognerà accelerare la campagna vaccinale ed evitare di creare una psicosi collettiva, come successo in questi giorni dopo l’annuncio della sospensione momentanea di AstraZeneca per via precauzionale.

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