Sono sempre di più i consumatori che scelgono menu vegani al posto della carne. Soprattutto quando soia, lenticchie o piselli insieme a salsicce vegane o vegetariane, cotolette o crocchette di pollo hanno un sapore che sembra quasi quello della carne. In Germania, l’intero segmento vegetariano è cresciuto del 67% in un anno.

Tuttavia, la storia di successo di hamburger e salumi vegetariani potrebbe ora soffrire di una dura decisione. Dal 2018 in Francia non è più possibile vendere prodotti alimentari denominati come salsiccia vegetariana o burger vegano, per esempio, se un imprenditore tedesco volesse vendere il suo burger vegetariano in Francia, sarebbe costretto a cambiarne il nome generando così caos tra i suoi clienti.

Le dichiarazioni e le cause dei conflitti sulla questione delle carni vegane e vegetariane

Ed ecco che l’Uve e l’Associazione Vegetariana Francese hanno denunciato al Parlamento Europeo la nuova legge francese. “Come si può chiamare salsiccia un prodotto fatto in laboratorio al cui interno non c’è un solo millimetro quadrato di carne? – Ha dichiarato l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto. “Per noi non può esistere la carne senza carne e siamo pronti alle barricate per fermare questa vera e propria follia”.

Per questo motivo, al Parlamento Europeo si vota per estendere o meno su tutto il territorio europeo, la normativa per abbinare termini legati al mondo carnivoro a prodotti vegani e vegetariani. Insomma, niente più salsicce di soia o bistecca di tofu, se si chiama “bistecca” dovrà essere fatta al 100% di carne.

La nuova decisione potrebbe colpire però non solo piccoli produttori ma anche grandi catene. Negli ultimi anni aziende come Findus, Burger King, Nestlé, Kellogg’s e molti altri si sono mobilitati per creare politiche di supporto alla produzione e distribuzione di alimenti a base di soia definendoli “burger vegani”.

Una soluzione che potrebbe accontentare entrambi i mondi è stata avanzata infine dall’eurodeputato francese Eric Andrieu. Servirebbe creare una lista di termini da riservare in modo esclusivo alle carni, come ossobuco, filetto o costolette, e poi accettare che alcuni nomi come bistecca o burger possano essere utilizzati anche dal mondo vegetale.

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