tesla autopilot

Duro colpo al futuro della mobilità gestita dall’intelligenza artificiale, poiché alcuni hacker hanno manomesso il Tesla Autopilot mettendo in pericolo gli automobilisti che vi si affidano. L’inganno ha funzionato senza problemi su Tesla Model X e Model S grazie alla manomissione di un cartello stradale che limita la velocità, così da per farle sfrecciare a più di 130 km/h in strade dove il massimo era di 50 Km/h.

Eppure non sono servite complicate operazioni di hacking sui sistemi informatici dell’auto, i ricercatori hanno manomesso un cartello stradale con del semplice nastro adesivo nero. Il sistema del Tesla Autopilot che riconosce la segnaletica lo ha interpretato male, e la dimostrazione è avvenuta negli Stati Uniti, dove sul cartello ha scambiato un 8 per quello che era un 3.

 

Tesla Autopilot manipolato con un semplice trucco artigianale

Ora, sappiamo che l’Autopilot imposta la velocità di crociera del veicolo su ciò che l’auto riesce a leggere dai simboli stradali, quindi l’inganno ha dimostrato che i limiti di velocità possono essere violati senza che ci sia un errore dell’AI incorporata.

I ricercatori ovviamente sapevano dove colpire, nel senso che erano a conoscenza che il chip per il riconoscimento delle immagini Mobileye EyeQ 3, impiegato su alcune delle auto meno recenti del produttore, era vulnerabile. Sebbene non sia la prima volta che un algoritmo per la guida assistita possa essere ingannato con trucchi ottici, Elon Musk non sembra preoccupato.

I produttori impiegano poco tempo a sviluppare dei correttivi software, e senza un sistema di prevenzione non saremo veramente al sicuro. Anche sulle auto più all’avanguardia e costose non sarà semplice togliere le mani dal volante e affidarsi al Tesla Autopilot.

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