Di fenomeni astronomici singolari se ne sono osservati diversi durante questi mesi. L’estate è stata letteralmente costellata di avvenimenti interessanti, sia ricorrenti (come il passaggio delle Perseidi durante la classica notte di San Lorenzo) sia estremamente rari. Di questi ultimi, l’esempio più fulgido è certamente il bolide che ha attraversato la nostra atmosfera nella notte del 16 agosto, regalando uno spettacolo straordinario agli spettatori della Sardegna. Ma stando a quanto riportato, il bagliore che ha illuminato a giorno il cielo sopra il Mediterraneo è stato avvistato anche da Francia, Svizzera, Spagna e Tunisia.

Nelle ultime settimane, però, gli scienziati NASA Mario Nicola Mazziotta e Francesco Loparco – dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Bari – sono stati testimoni di una scoperta che ha dell’incredibile. In questi giorni, la Luna appare molto più luminosa del Sole, se osservata alla lunghezza d’onda dei raggi gamma.

Ma perché si verifica questa circostanza pressoché unica sul nostro satellite? Per comprenderlo, bisogna fare una piccola premessa.

Raggi gamma: cosa sono e perché sono presi così tanto in considerazione

Nello spettro delle radiazioni, i raggi gamma corrispondono a quelle aventi maggior frequenza (superiore anche ai raggi x). Quelli emessi dalla Luna sono state osservati attraverso il Large Area Telescope, facente parte del telescopio spaziale Fermi costruito proprio per la loro rilevazione.

L’origine di questi raggi gamma lunari, però, è del tutto singolare. E’ l’interazione tra le radiazioni cosmiche e la superficie lunare a determinarne la genesi: queste radiazioni possono raggiungerne il suolo perché non schermate da alcun campo elettromagnetico. A differenza, ad esempio, di quanto avviene per la Terra.

Eppure, questa produzione di raggi gamma non è sempre costante nel tempo, ma segue una certa ciclicità dipendente per la maggior parte dall’attività solare. Quando il vento solare è più intenso (nei momenti di maggior attività), tende a ostacolare le radiazioni cosmiche, che quindi raggiungono con più fatica la Luna. Viceversa, in periodi come questo di minor attività della nostra stella, le radiazioni cosmiche bombardano la polvere lunare portando alla comparsa ingente dei raggi gamma.

L’importanza nel conoscere come variano questi valori sarà fondamentale per consentire una permanenza più duratura dell’uomo sulla Luna. I raggi gamma, infatti, potrebbero interferire con la normale composizione del DNA degli astronauti, andando quindi a determinare mutazioni genetiche irreversibili e potenzialmente nocive per l’organismo.

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