Google, Amazon, Apple e Microsoft si sono specializzati nell’offrire agli utenti piattaforme Smart che fanno dell’Intelligenza Artificiale assistita un vero e proprio paradigma. Ma qual’è effettivamente il miglior assistente vocale? Ed esiste anche il pericolo che realtà concorrenti come Samsung, ancora impegnata a perfezionare il suo Bixby Voice, possano insediare gli attuali protagonisti? Vediamo cosa è emerso. Il risultato vi lascerà di stucco.
Il miglior assistente vocale 2018: Google, Amazon, Apple e Microsoft in sfida
Google ha introdotto e migliorato costantemente le sue piattaforme Home prevedendo una continuità di servizio anche in assenza di collegamento diretto ai server della compagnia. Apple d’altro canto ha migliorato le funzioni della sua AI in occasione del rilascio degli ecosistemi iOS 11.3.1 mentre Amazon e Microsoft provvedono ad affinare di continuo i loro rispettivi modelli vocali.
Ma chi si guadagna il podio di assistente vocale più moderno, efficace ed affidabile? Ce lo dice uno studio di Stone Temple Consulting che per l’occasione ha concesso un rapporto basato su una piattaforma di test di oltre 5.000 domande di vario genere. Si è tenuto conto dell’accuratezza delle risposte e del numero di risposte che si sono ricevute in relazione alle richieste specifiche.
Ciò che è emerso dal report è che Google Assistant è il migliore, davanti a tutti gli altri con l’80% di tasso di accuratezza in risposta. Leggermente diversa la situazione Google Home che lascia comunque spazio a resoconti eccellenti e notevolmente avanti rispetto ai concorrenti. Si tenga conto che si tratta di un progetto appena nato in Italia e che avrà di certo modo di migliorarsi con future e successive integrazioni ed ottimizzazioni software.
Al secondo posto abbiamo Microsoft Cortana che segue a breve distanza dalla proposto di Mountain View, mentre chiude il podio Amazon Alexa che spopola nelle location degli States ove si migliora rispetto ad un 2017 fiacco che non ha concesso una vera e propria competizione con gli antagonisti.
In ultima posizione Apple Siri, partito inizialmente alla grande e poi smarritosi con un 50% di risposte corrette. Un risultato decisamente troppo modesto e poco affine ad una clientela che con HomePod ha scatenato un vero e proprio vespaio di polemiche sulle mancate ottimizzazioni corrisposte.
Un altro test svolto in separata sede ha inoltre evidenziato come Assistant possa ancora migliorarsi notevolmente per quanto concerne argomenti specifici che spaziano sui temi di turismo, ristorazione, viaggi, trasporti, istruzione e altro ancora. Serve maggior coerenza ed un’ottimizzazione mirata che si richiede dopo una sperimentazione secondaria che ha visto il proporsi di 10.000 nuove domande.